Il sogno si infrange. Il territorio è nuovamente il ginocchio. Il motore dell'economia del Lazio Meridionale frena bruscamente e rischia di mandare a sbattere il territorio. Non certo un fulmine a ciel sereno, la decisione era nell'aria, ma quando è arrivato il timbro dell'ufficialità è stato un duro colpo. Degli 830 giovani interinali, assunti la scorsa primavera nello stabilimento Fca di Piedimonte San Germano dopo che a febbraio erano cessati gli ammortizzatori sociali, e ai quali ieri scadeva il contratto, l'azienda ne ha confermati solamente 300. Gli altri 530, da domani non varcheranno più i cancelli della fabbrica. Per i 300 "fortunati" si tratta comunque solamente di una proroga sempre in somministrazione fino al prossimo 31 gennaio. Una decisione maturata nel tardo pomeriggio dopo che per tutto il giorno per loro si prospettava un contratto a tempo indeterminato. La sfortuna, nella fortuna. Ai 530 "sfortunati" mandati a casa è stato invece comunicato che bisogna attendere la risalita produttiva.
La giornata
Ma la comunicazione ufficiale si è avuta solo ieri pomeriggio in un incontro che è iniziato alle 16.30 tra la dirigenza aziendale e le Rsa di stabilimento. Ancora al cambio turno delle 14, mentre dai megafoni della Fiom suonavano le note di Battisti, Venditti e Rino Gaetano, i giovani uscivano senza certezza del domani. Schivando i taccuini dei cronisti e le telecamere. Guadagnando in pochi minuti la salita sui bus che li attendevano fuori lo stabilimento per riportarli a casa. Si spera che, più che un addio, potrebbe essere un arrivederci. Potrebbero tornare in fabbrica tra febbraio e marzo quando, secondo le previsioni, dovrebbero risolversi i problemi sul mercato cinese che stanno frenando l'avanzata di Giulia e Stelvio.
La speranza e la coincidenza
Nel 2018, inoltre, l'azienda potrà godere dei benefici previsti in Finanziaria dal Governo per l'assunzione dei giovani under 29 e degli under 35. Ma intanto l' esperienza di 530 ragazzi finisce qui, e a febbraio potrebbe scattare una guerra tra poveri con gli altri 1000 giovani che hanno già fatto il colloquio e le visite mediche e sono in attesa, anche loro, di una chiamata. O almeno: così gli era stato promesso. Il piano Alfa Romeo per Cassino prevedeva infatti 1.800 assunzioni, questa la cifra fornita esattamente un anno fa da Marchionne e Renzi durante la visita a Cassino. E invece, non solo i mille in attesa restano ancora ai margini, ma si dimezzano anche gli ottocento assunti. Senza dubbio un duro colpo per l'economia del territorio. E a molti - soprattutto alcune sigle di base - colpisce la coincidenza tra la scadenza dei contratti a fine gennaio e le possibili assunzioni dei 530 a febbraio, ovvero alla vigilia delle elezioni regionali e politiche. «A pensar male si fa peccato, ma...» è il laconico commento di alcuni osservatori
I commenti di Fim e Fismic
Non appena la notizia si diffonde sui social, la piazza virtuale diventa il tribunale mediatico che mette alla gogna Marchionne e Renzi. Ma parole dure arrivano anche dai sindacati che hanno sempre creduto nel piano industriale. Roberto Di Maulo della Fismic tuona: «Chiediamo con forza che si apra un tavolo di confronto con l'azienda affinchè tutti siano al più presto confermati con contratto a tempo indeterminato». Gli fa eco Mirko Marsella della Fim-Cisl: «Non ci saremmo mai aspettati questa situazione, adesso bisogna affrontarla e guardare avanti per tutelare i 500 lavoratori non confermati».