È stato prima aggredito fuori dal locale, poi inseguito fino alla parte alta di piazza Regina Margherita. Emanuele Morganti, 20 anni, ha subito capito di essere in pericolo. Ha tentato di fuggire. Correva sempre più forte, più lontano possibile da quel luogo che è diventato, poco dopo, una gabbia da dove non è più uscito vivo. È stato braccato e colpito in un primo momento da chi, fino ad ora, in sette mesi, era finito solo nel registro degli indagati per omicidio: Franco Castagnacci, 50 anni, di Alatri, l'uomo che ha bloccato l'amico che voleva aiutare il giovane, consegnandolo a chi lo ha portato alla morte. Castagnacci ha cercato di "zittire" e far dire falsa testimonianza ad alcuni dei duecento testimoni ascoltati dagli investigatori.
Queste le accuse che vengono mosse al cinquantenne dagli inquirenti. Dall'estate scorsa per lui si sono aperte le porte della casa circondariale di Velletri, ma per reati di droga. Ieri mattina, invece, è arrivata l'accusa più grave, quella di concorso in omicidio volontario, poiché coinvolto, insieme al figlio Mario, a Paolo Palmisani e a Michel Fortuna, nella feroce aggressione che ha provocato, il 26 marzo scorso, la morte del giovane di Tecchiena.

Gli sviluppi
Ieri mattina il reparto operativo e il nucleo investigativo, guidati al colonnello Andrea Gavazzi e dal capitano Antonio Lombardi, in collaborazione con il personale delle compagnie di Frosinone, Alatri e Anagni, tutti coordinati dal colonnello Fabio Cagnazzo, hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Frosinone Ida Logoluso, su richiesta del procuratore Giuseppe De Falco e dei sostituti Adolfo Coletta e Vittorio Misiti. Nei confronti di Franco Castagnacci sono emersi gravi indizi di colpevolezza nel coinvolgimento del violento delitto.
Secondo le accuse ha partecipato all'aggressione di Emanuele subito dopo che era stato portato fuori dal Miro Music Club. Lo ha inseguito fino alla parte alta della piazza, dove il ventenne aveva tentato di fuggire, braccandolo e continuando a colpirlo. Ha impedito a Gianmarco Ceccani, corso in aiuto dell'amico Emanuele, di aiutarlo. Lo ha trattenuto con forza. Nel frattempo Emanuele è riuscito a liberarsi dal cinquantenne ma è stato massacrato poco dopo da Mario, Paolo Palmisani e Michel Fortuna. Purtroppo per lui non c'è stato nulla da fare. È morto tra l'indifferenza delle tante persone presenti fuori dal locale, in una sera che voleva trascorrere in tranquillità e spensieratezza, come i giovani della sua età, con la sua ragazza Ketty e gli amici.
Il provvedimento cautelare si è reso necessario alla luce della condotta collaborativa tra l'arrestato e gli ulteriori tre indagati per l'intera fase dell'aggressione; per la rilevante pericolosità desumibile dal comportamento particolarmente crudele e dall'accanimento sulla giovane vittima, nonché per prevenire il concreto rischio di inquinamento di prove consistenti nel pericolo che il cinquantenne possa continuare a minacciare i testi, come emerso durante le indagini, per favorire la propria posizione e quella del figlio.

I precedenti
Franco Castagnacci il 1° giugno è finito agli arresti domiciliari, perché fermato con 15 grammi di cocaina. A quel punto il cinquantenne è stato portato prima in caserma, dove è rimasto per ulteriori verifiche e accertamenti, e poi condotto nel carcere di Frosinone. Successivamente per lui è stata disposta la misura dei domiciliari.
Ma l'attività investigativa è proseguita ritenendo quello un episodio non occasionale. I carabinieri, infatti, hanno continuato a indagare sulle varie piazze di spaccio e sui collegamenti tra Frosinone e Alatri. Il 27 luglio scorso Franco Castagnacci è finito di nuovo nei guai e da quel giorno si trova nella casa circondariale di Velletri. Stando alle accuse mosse dalla procura, Castagnacci padre avrebbe continuato a reggere le fila dell'attività, nonostante le restrizioni imposte dal regime dei domiciliari, avvalendosi dei suoi collaboratori, la sua consorte, sposata il 24 aprile, Florida Piku, 47, e Giorgio Boezi, 38, di Alatri. A loro avrebbe fornito istruzioni sulle modalità di approvvigionamento della droga, di cessione agli acquirenti e perfino di recupero crediti nei confronti di chi non aveva saldato il conto. Franco Castagnacci dai domiciliari è passato nella casa circondariale di Velletri, dove ieri mattina è stata data esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, ritenuto responsabile di concorso in omicidio volontario.