Un telefonino non pagato. Dovrebbe essere questo il movente di un regolamento di conti finito a colpi di pistola, nell'ottobre del 2014 a Ferentino. Ora l'autore materiale degli spari è stato condannato in via definitiva dalla Corte di Cassazione: respinto il ricorso.

L'uomo, Gianluca Toti, 41 anni, di Frosinone, condannato a quattro anni e otto mesi, è stato arrestato in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal tribunale di Frosinone, dai carabinieri della stazione di Ferentino, guidati dal maresciallo Raffaele Alborino. L'uomo, che ha già scontato parte della pena ai domiciliari, recentemente era tornato in libertà ed era sottoposto alla misura di prevenzione dell'avviso orale.

Dopo che la Cassazione ha respinto l'ultimo ricorso, i carabinieri lo hanno allora riportato ai domiciliari per scontare il residuo.

La vicenda risale alla notte tra il 19 e il 20 ottobre del 2014. Quella sera doveva esserci un chiarimento. Probabilmente per un debito legato a un telefonino. ma il vero movente non è stato mai chiarito. Fatto sta che la discussione tra i due è degenerata. Ma le cose sembravano ricomposte, tanto che il debitore si era allontanato dal luogo del litigio, nella zona di San Rocco Terravalle. Ma poco dopo, il debitore si presentò in compagnia di un amico. E stando alle accuse, sarebbe stato proprio Gianluca Toti. All'improvviso, sulla base di quanto ricostruito nei vari processi che si sono susseguiti, Toti avrebbe esploso quattro colpi di pistola. Uno di questi, di striscio, aveva ferito alla testa un ferentinate che poi allertò i carabinieri. Le indagini puntarono subito su Toti e sull'amico. Entrambi vennero arrestati.

Il primo, il debitore (difeso dall'avvocato Giampiero Vellucci), era accusato di concorso in tentato omicidio, reato per il quale è stato assolto, pur venendo condannato a un anno e quattro mesi per violazione della legge sulle armi. L'altro, invece, aveva scelto il rito abbreviato. E venne condannato a quattro anni e otto mesi. La sentenza è stata impugnata. E, alla fine di tutti i gradi di giudizio, è arrivato il responso della Corte di Cassazione. Al che i carabinieri hanno eseguito l'ordine di carcerazione per il resto della pena da scontare.