Listino abolito, rappresentanza assicurata per tutte le circoscrizioni, pari opportunità tra uomini e donne nelle liste. Sono queste le maggiori novità della nuova legge elettorale per la Regione Lazio che vede come primo firmatario il consigliere regionale di Forza Italia Mario Abbruzzese. Un impianto che mantiene il premio di maggioranza al 20% per la coalizione che arriva prima, ma assegnando il medesimo non più attraverso il listino bloccato bensì con la ripartizione dei seggi nelle varie circoscrizioni. In pratica i 10 posti precedentemente assegnati col listino saranno ripartiti in questa maniera: 6 alla provincia di Roma e uno a testa per Latina, Frosinone, Rieti e Viterbo. I restanti 40 consiglieri regionali (l'aula della Pisana è formata da 50 più il presidente), sarà composta con metodo proporzionale, sulla base di liste circoscrizionali concorrenti presentate su base provinciale.

"Dopo quasi venti anni il Lazio ha una nuova legge elettorale approvata all'unanimità perché le regole le scriviamo insieme. Ringrazio il Consiglio regionale per aver realizzato tutti insieme questo storico risultato. Una legge più moderna e che dà più potere alle scelte dei cittadini, con zero nominati perchè abolisce il vecchio listino. Più democratica perchè aumenta gli spazi di parola e di partecipazione alle persone. Una legge con la doppia preferenza di genere, per avere finalmente più donne nel prossimo Consiglio. Oggi il Lazio vince un'altra sfida nel segno del cambiamento e dell'innovazione. Continuiamo così"., è il commento del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

"L'approvazione all'unanimità da parte del consiglio regionale del Lazio della nuova elegge elettorale di cui sono primo firmatario è senz'altro una vittoria non solo per la politica ma per tutti i cittadini del Lazio". Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, consigliere regionale di Forza Italia del Lazio e presidente della Commissione Speciale Riforme Istituzionali.
"Alla fine ha prevalso il buon senso. Il Lazio, infatti, rischiava di essere l'unica regione in Italia a conservare il listino. Una circostanza troppo pesante anche per Zingaretti e il centro sinistra. Il provvedimento elaborato in commissione Riforme Istituzionali non è stato snaturato. Dunque l'abolizione del listino, la rappresentanza in seno al consiglio regionale di tutte le circoscrizioni provinciali, le pari opportunità tra uomini e donne e il divieto del terzo mandato consecutivi per il presidente della Regione sono rimasti i capisaldi su cui questo testo fonda la sua efficacia. 
C'è da dire comunque che il provvedimento approvato questa notte è stato frutto di una costante concertazione tra le forze politiche, un processo di condivisione che, anche se ha portato a forti contrapposizioni, in aula, ha portato all'elaborazione di una legge che finalmente garantisce a tutti i territori di entrare nella massima assise laziale ed ai cittadini di scegliere in piena autonomia e libertà i propri rappresentanti. Quest'ultimo è un dato storico veramente importante: abbiamo permesso alla popolazione del Lazio, al pari di quelle di tutte le altre Regioni italiane, la possibilità di scegliere liberamente da chi farsi governare e rappresentare".

"E' stata approvata ieri sera all'unanimità dopo una settimana di consiglio la nuova legge elettorale del Lazio che rimette la nostra Regione al passo con i tempi.- E' quanto dichiara il consigliere regionale del PD Enrico Forte.  Con l'abolizione del listino del candidato presidente, viene restituito agli elettori, dopo 20 anni, il potere di decidere tutti i 50 componenti della prossima Assemblea regionale. Era un impegno che il Presidente Zingaretti e noi consiglieri avevamo con gli elettori, un impegno mantenuto e che da oggi è legge.  Non meno importante però è la garanzia della rappresentanza territoriale delle province  e l'introduzione della doppia preferenza di genere, una scelta politica, prima ancora che di semplice adeguamento alla normativa nazionale. Nelle liste di candidati i due sessi saranno rappresentati in maniera perfettamente paritaria"

L'importante novità riguarda soprattutto i territori delle provincie che vedranno assegnarsi i seggi in proporzione alla popolazione risultata residente all'ultimo censimento generale e che hanno visto l'impegno di tutti per garantire la rappresentanza di almeno un consigliere regionale per ciascuna provincia e la possibilità di avere un ulteriore rappresentante.
Il lavoro fatto in aula in questi giorni dalla maggioranza e dall'opposizione - conclude Forte -  ci conferma che condividere e scrivere insieme le regole è una cosa fondamentale per un sistema democratico, questo ci ha consentito di arrivare, con l'apporto di tutte le forze politiche, all'approvazione di un buon testo di legge per i cittadini del Lazio ."

 

Chi ne trae vantaggio
Alla fine cambierà poco, considerando che i consiglieri regionali restano 50. Da calcoli sommari un seggio scatta ogni 28.000-30.000 preferenze di lista. Nel 2013 la circoscrizione di Latina portò a casa 4 consiglieri regionali, tre di lista e uno di listino. L'allora Popolo delle libertà elesse Pino Simeone (oggi Forza Italia), il Partito democratico portò alla Pisana Enrico Forte, mentre il Movimento 5 Stelle scoprì Gaia Pernarella, attivista di Terracina. La vittoria di Nicola Zingaretti, infine, spedì nell'emiciclo regionale Rosa Giancola, oggi esponente di Insieme per il Lazio, il gruppo vicino a Massimiliano Smeriglio e Giuliano Pisapia. Tutti e quattro, salvo sorprese, saranno nuovamente della partita l'anno prossimo. Una differenza importante è nei quozienti: la provincia pontina avrà 5 potenziali eletti invece di 4 (per la cancellazione del listino). Questo vuole dire che il calcolo su cui si basano gli eletti si modifica e mentre prima serviva almeno il 20% per far scattare un seggio, stavolta si scende al 16-17%. Una soglia che dà certezza di ingresso, secondo gli ultimi sondaggi, al primo degli eletti di Partito democratico, Forza Italia e Movimento 5 Stelle. Il quarto eletto sarà assegnato a chi fa il risultato migliore col calcolo dei quozienti nella coalizione come premio di maggioranza. E in questo caso possono sperare anche quei partiti che hanno un peso minore in termini di consensi, purché nella coalizione vincente. Il quinto può arrivare solo davanti a risultati clamorosi e al momento decisamente improbabili. 
Il voto di genere
Nelle liste bisognerà rispettare le proporzioni di genere maschile/femminile. Dunque su 5 posti o 3 uomini e 2 donne oppure viceversa. Gli elettori avranno la doppia preferenza di genere (possono votare un uomo e una donna) oppure esprimere una sola preferenza.