L'autopsia conferma: tre i colpi che hanno ucciso Domenico Pascarella. Ieri, su disposizione del magistrato che coordina le indagini sul delitto di via Sardegna, il sostituto procuratore Vittorio Misiti, il medico legale Vincenza Liviero ha eseguito l'esame autoptico sul corpo della vittima. I risultati saranno resi noti tra sessanta giorni. Intanto, dai primi elementi acquisiti, sul capo della vittima erano visibili tre colpi. Lo stesso arrestato, Matteo Sbaraglia, 35 anni, fermato dai carabinieri a qualche ora di distanza dal fatto, mentre vagava per Alatri, nel corso dell'interrogatorio davanti al pm, aveva parlato di tre colpi. Il consulente ora dovrà valutare le ferite per verificare qual è stata quella mortale e la compatibilità con l'arma sequestrata all'arrestato, una mazza da baseball.
Sempre la procura di Frosinone ha dato incarico anche all'altro medico Ottavio Di Marco di effettuare la perizia psichiatrica. Un esame, che inizierà oggi in carcere, finalizzato a valutare la capacità di intendere e volare di Sbaraglia al momento del fatto e quella di stare consapevolmente in giudizio. Sbaraglia, infatti, era seguito dal centro di igiene mentale e, al momento, dell'interrogatorio non ha saputo fornire una spiegazione di quanto accaduto nella notte di venerdì. Si è semplicemente limitato a dire: «Poteva capitare a chiunque». Da quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbe incrociato anche un giovane durante la fuga, allontanatosi poi senza conseguenze.
Un delitto, dunque, senza movente. E per il quale è in stato di fermo il vicino di casa di Pascarella. Quel Matteo Sbaraglia che, intorno alle 4 del mattino, gli avrebbe bussato alla porta per poi colpirlo senza dargli il tempo di abbozzare una reazione. Le ferite su Pascarella, infatti, sono solo sulla anteriore della testa. Dopo l'autopsia, comunque, è stato concesso il nulla osta per la restituzione del corpo ai familiari per i funerali.
Intanto nella tarda mattinata di oggi è prevista la convalida del fermo di Sbaraglia, che è assistito dall'avvocato Angelo Testa. L'indagato dovrà fornire spiegazione su quei punti rimasti oscuri durante la prima ricostruzione dell'episodio. Il pm Misiti ha già chiesto al gip Ida Logoluso la convalida della misura e l'emissione di un provvedimento restrittivo.