Portava con sé l'incasso, da depositare in banca il giorno successivo. Così quando un imprenditore di Veroli si accorse, dal sistema di videosorveglianza della villetta, di essere oggetto di un'incursione di ladri non esitò a impugnare una pistola. Con l'arma fece fuoco a ripetizione, ferendo anche uno dei malviventi in fuga. Per questo motivo l'imprenditore è comparso davanti al giudice monocratico del tribunale di Frosinone. Assistito dall'avvocato Giampiero Vellucci, dovrà difendersi dell'accusa di lesioni personali e porto abusivo di arma da fuoco. Il fatto oggetto del processo è accaduto il 20 aprile del 2016 in località Amici. L'uomo, 35 anni, era rientrato in casa dopo aver effettuato il ritiro degli incassi delle slot. Avrebbe dovuto depositare il denaro l'indomani, ragion per cui aveva attivato il sistema di videosorveglianza, grazie al quale si accorse della presenza di un gruppo di estranei. L'uomo, una volta compreso di esser oggetto di un furto, prese una Beretta calibro 9, regolarmente detenuta, e affrontò i malviventi. Per metterli in fuga si precipitò anche all'esterno dell'immobile, e per questo violò la norma che gli consente di detenere, ma non di portare al'esterno l'arma. Dopo gli spari, sul luogo si portarono i carabinieri che avviarono un'indagine sull'accaduto, anche per identificare la banda di ladri. Ma nessuno si presentò per lamentarsi delle ferite ricevuto e nessuno si è costituito parte civile. A terra, infatti, venero trovate tracce di sangue. L'uomo si difende sostenendo di aver agito per legittima difesa temendo di subire una rapina e sostiene di non aver avuto alternativa per interrompere l'assalto. Ora questo lo dovrà stabilire il giudice all'esito dei testimoni che saranno ascoltati, dai carabinieri ai vicini di casa dell'uomo. Peraltro dopo l'episodio i carabinieri hanno proceduto al sequestro delle armi, una pistola e tre fucili. Inoltre è partito anche un procedimento amministrativo per valutare un'eventuale revoca del provvedimento autorizzativo alla detenzione delle armi.