Francesco ora rischia grosso. Non fosse altro per quella patente che gli era stata revocata nel lontano 2006. Eppure lui, un'auto l'aveva regolarmente acquistata e altrettanto regolarmente assicurata. Piccolo particolare: ma sei ha una patente revocata, cosa te ne fai di un'auto?
A questo e altri interrogativi dovrà dare risposta l'inchiesta aperta dalla procura di Frosinone per il reato di omicidio stradale. Se non altro per la famiglia di Giancarlo e Rosaria, le cui vite sono state stroncate sulla Casilina mentre rientravano a Cassino, città scelta per motivi da lavoro dove si erano spostati dalla Campania.
Intanto Scarsella, davanti al giudice, assistito dall'avvocato Tony Ceccarelli, si è difeso sostenendo di viaggiare da Anagni verso Frosinone. Era partito - ha detto al gip - da Tufano e che dietro di lui, da quando si è immesso sulla Casilina c'era un'auto che gli è rimasta sempre dietro. Questo perché il punto d'urto è avvenuto al centro proprio di quella carreggiata. Scarsella ha chiesto di indagare, anche verificando la presenza di telecamere, e si è reso disponibile anche a fare dal primo all'ultimo giorno di carcere se sarà ritenuto responsabile del sinistro. Ma ha chiesto di indagare proprio in tal senso per sviare ogni dubbio e accertare l'esatta dinamica dello scontro. Ha fornito la sua utenza cellulare per verificare il percorso effettuato con il gps. Ha aggiunto che non aveva una velocità sostenuta, in quanto era senza benzina ed era prossimo a fermarsi al distributore.

Francesco Scarsella si difende dal letto dell'ospedale in cui è piantonato, in stato d'arresto, con l'accusa di duplice omicidio stradale. Intanto, ieri, il sostituto procuratore Adolfo Coletta, che coordina le indagini condotte dai carabinieri, ha affidato due consulenze. La prima al medico Gabriele Margiotta per l'esame autoptico sulle vittime, i coniugi Giancarlo Marrandino e Rosaria Orlando; la seconda al perito per la ricostruzione della dinamica dell'incidente verificatosi domenica pomeriggio sulla Casilina tra Ferentino e Anagni. Il magistrato ha dato l'autorizzazione alla celebrazioni dei funerali. Per cui questa mattina le salme, da Frosinone e Latina, partiranno per Aversa, luogo di origine della coppia, dove sarà officiato il rito funebre. I due però per lavoro risiedevano a Cassino.
Ieri mattina, pertanto, dopo l'affidamento dell'incarico al dottor Margiotta sono state eseguite le autopsie, prima a Frosinone sul corpo di Giancarlo, trentottenne ingegnere di Aversa, fratello dell'avvocato Alfredo, quindi a Latina, dove la donna era stata trasportata nel disperato tentativo dei medici di strapparla alla morte. Anch'essa impiegata nell'indotto Fiat, aveva quarantatré anni ed era di Sant'Antimo. Le famiglie Marrandino e Orlando, con i genitori e i fratelli della coppia, si sono rivolte all'avvocato Enrico Pavia per la tutela legale anche ai fini di una eventuale costituzione di parte civile. La coppia viaggiava in sella a una moto Suzuki, di rientro da un raduno di appassionati delle due ruote in provincia di Roma, quando si è scontrata con la Smart condotta da Francesco Scarsella, 32 anni, di Tecchiena.
Nel pomeriggio, invece, il gip Antonello Bracaglia Morante si è recato in ospedale dove l'alatrense si trova ricoverato per le ferite riportate nello schianto. A Scarsella, 32 anni, residente a Tecchiena, difeso dall'avvocato Tony Ceccarelli, sono contestate una serie di aggravanti: l'aver guidato sotto l'influsso della cocaina (l'uomo è risultato positivo al test sottopostogli dai carabinieri) e con la patente revocata nel 2006, quando, a seguito di un precedente arresto per droga, venne sottoposto alla sorveglianza speciale. Scarsella ha risposto alle domande del magistrato che si è riservato una decisione per la giornata di oggi.

di: Raffaele Calcabrina