È tornato a casa dopo una settimana di lavoro e ha trovato la figlia in compagnia del fidanzato italiano. Una cosa che proprio non è riuscito a digerire ed è impazzito di gelosia. A finire in manette per resistenza, minacce e lesioni a Pubblico ufficiale è stato un cinquantenne rumeno che, accecato dalla rabbia, ha perso la testa. Quella relazione non avrebbe dovuto aver luogo: lei, appena diciottenne, doveva solo pensare a studiare. Nessuna distrazione, soprattutto sentimentale. Al suo arrivo a casa, dopo una dura settimana di lavoro come autotrasportatore non ha proprio mandato giù di aver trovato insieme alla giovane figliola un coetaneo italiano. Ed ha preso ad inveire ed urlare. Frasi sempre più minacciose e toni alterati: l'uomo non accettava che la ragazza potesse essere fidanzata. Un litigio violento, finito male. Immediato l'arrivo di una pattuglia della locale Stazione. Ma la situazione era troppo complicata e si è reso ben presto necessario l'intervento anche di un'altra pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Cassino, agli ordini del capitano Mastromanno e del tenente Raucci.

La violenza
Nessun motivo tale da far temere per l'incolumità della giovane. Eppure quando il livello si è alzato e di parecchio, gli stessi militari intervenuti per cercare di sedare gli animi e riportare l'uomo alla ragione, hanno faticato non poco a cercare di bloccare "l'Otello furioso".

«Gli stessi carabinieri venivano ingiuriati e minacciati di morte dal cinquantenne se non si fossero allontanati dalla sua abitazione - hanno spiegato dal Comando provinciale - ed alla presenza degli stessi, cercava di colpire anche la figlia. Prontamente i militari si frapponevano tra le parti, ma l'uomo si avventava contro di loro, colpendoli con calci e pugni. Dopo non poche difficoltà, gli operanti riuscivano a bloccarlo e arrestarlo, anche se a causa dei colpi ricevuti erano costretti a far ricorso alle cure mediche dei sanitari del Pronto Soccorso dell'ospedale di Cassino».

Ieri mattina, alla presenza dell'avvocato Francesco Candido, è stato convalidato l'arresto e l'uomo è stato rimesso in libertà senza alcuna misura. Si torna in aula per il giudizio a gennaio.