Un buco da 64 milioni di euro. La procura di Frosinone che indaga per bancarotta sulla Cogeme set di Patrica ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio di sette persone. Due hanno chiesto il rito abbreviato, mentre altri quattro avevano patteggiato in precedenza. La società che produce pezzi per le turbine di aerei e automobile, è in concordato preventivo ed è in liquidazione. Nel frattempo lo stabilimento ciociaro è passato alla Tch che dal commissario liquidatore, l'avvocato Anna Maria Petricca, ha rilevato i lavoratori e continua la produzione. Tuttavia, la situazione patrimoniale di difficoltà del gruppo ha interessato la procura. Nel 2012 c'è una prima richiesta di concordato preventivo non andata a buon fine, con una nuova proposta avanzata nel 2014. Dall'analisi dei documenti, emerge un buco di 64 milioni di euro, contestato, in concorso, ad amministratori, sindaci e alcuni dipendenti, per la parte relativa alle false fatturazioni. Si originano un procedimento davanti al tribunale delle imprese di Milano per un'azione di responsabilità e due distinti procedimenti penali, di cui uno chiuso con i patteggiamenti. Nel secondo di questi la Cogeme, con il commissario Antonello Lucchesse e il liquidatore Anna Maria Petricca si costituisce parte civile attraverso l'avvocato Giuseppe Casini. Sotto accusa in tredici. Subito patteggia l'amministratore delegato Carlo Bozzini che, in continuazione con un vecchio patteggiamento, arriva a 4 anni e 3 mesi, quindi tre anni per il presidente Maurizio Testa e per un altro membro del cda Giuseppe Zudè, un anno e quattro mesi per Marco Antonio Leonardi, revisore dei conti, tutti delle province di Piacenza, Parma, Como e Milano. Restano nove imputati, di cui due Massimo Andreini, bancario, di Arezzo e Pietrantonio Merlo, del cda, di Monza, chiedono di essere processati con il rito abbreviato. Per loro la discussione è a marzo. I restanti scelgono il rito ordinario. Il pm BarbaraTrotta, ieri, ha sollecitato al gup del tribunale di Frosinone Antonello Bracaglia Morante il rinvio a giudizio. Richiesta accolta dal magistrato che ha disposto, a partire dal 27 febbraio, un processo, con le imputazioni, a vario titolo, per bancarotta e false fatturazioni. In questo secondo caso l'accusa contesta l'emissione di false fatturazioni per acquisti di materiali, con relativi finanziamenti ottenuti dalla banca, per beni che, però, la Cogeme non avrebbe mai ricevuto, ricavando con relativo danno per essersi così esposta verso le banche. Processo a carico di Fabrizia Passera, di Piacenza, per le operazioni finanziarie, Marco Soliani di Torino, legale rappresentante di una ditta beneficiaria dei finanziamenti, Leone Barcella di Bergamo, trasportatore per false fatture, Domenico Cocorocchia, di Cassino, dipendente della Cogeme accusato di aver redatto false fatture su indicazione della proprietà, e ancora il funzionario di banca Pierluigi Scalmbra di Monza, e i ciociari Daniele Giubilanti di Alatri e Maria Savo di Frosinone per l'accusa di aver emesso false fatturazioni in favore di Cogeme. Come responsabile civile chiamata in causa anche la Banca Tirrena. Nel collegio difensivo gli avvocati Vincenzo Galassi e Sandro Figliozzi. L'associazione degli azionisti Cogeme si è costituita parte civile con l'avvocato Sergio Calvetti.