L'ipotesi circolava con insistenza, finora, però, senza il timbro dell'ufficialità da parte dell'azienda. Quello è giunto ieri pomeriggio poco dopo le ore 17, quando la governance ha incontrato i sindacati. E, in occasione della riunione, ha dato la notizia che tutti attendevano, ma che nessuno voleva sentirisi dire: causa problemi sul mercato cinese, la produzione di Fca dello stabilimento di Cassino diminuirà. In che modo? Già dall'altro ieri, primo giorno di lavoro senza più i 300 trasfertisti di Pomigliano, l'impostato di Giulia e Stelvio è calato di circa 50 unità a turno. Poi, ieri, la comunicazione che si temeva: i cancelli dello stabilimento resteranno chiusi i prossimi venerdì del mese e, per la precisione, il 13 e il 20 ottobre.
L'azienda ha spiegato ai rappresentanti dei lavoratori che lo stop è dovuto proprio al mercato cinese: come è noto Giulia e Stelvio, i gioielli di casa Alfa Romeo prodotti a Cassino, sono destinati soprattutto all'export e quello cinese, insieme a quello americano, è uno dei mercati sui quali Marchionne punta principalmente. Nulla di preoccupante, secondo Fca: agli inizi del 2018 la situazione dovrebbe infatti tornare alla normalità.
Per adesso, intanto, si fa ricorso ai Par (permessi dei lavoratori) e altri istituti di legge. Una scelta, questa, che trova la netta contraietà della Fiom: «Non possono essere gli operai a pagare la crisi. Quelli sono permessi dei lavoratori, non dell'azienda».
Il segretario provinciale Donato Gatti mette poi in evidenza come questo ulteriore stop - dopo quello di settembre che era stato imputato ai ritardi dell'indotto - rende ancor più necessario un incontro con l'azienda per il piano industriale. Dello stop ne risentirà inevitabilmente anche l'indotto: oltre a Giulia e Stelvio si ferma difatti anche Giulietta, per un totale di circa mille produzioni. Che non si faranno.