Bassetta si dimette! Un fulmine a ciel sereno, durante l'intervento del sindaco nella seduta di consiglio comunale che sembrava seguire un iter improntato alla normalità. Che la crisi politica fosse tutt'altro che conclusa, nonostante l'azzeramento e la nomina degli assessori, era abbastanza evidente. Che il sindaco gettasse la spugna in modo così eclatante, nessuno l'aveva ipotizzato. Il consiglio, presieduto da Sandra Tagliaboschi in assenza del presidente dopo la delega assessorile a Giuseppe Felli, aveva illustrato e votato i punti iniziali dell'ordine del giorno. La surroga di Felli, con Gianluigi Ferretti che aveva già comunicato la propria indisponibilità, determinava l'ingresso in consiglio di Antonio Necci. Il medico condotto, nel suo breve intervento, aveva avuto parole dure nei confronti dell'amministrazione che aveva contribuito a fare eleggere. Tanto da dichiarare "non mi è piaciuto nulla di quanto fatto finora, sono stato tentato dal non accettare la nomina.

Il senso di responsabilità verso i cittadini, soprattutto quelli che avevo invitato a votarmi, mi ha fatto ripensare ed accettare. Mi auguro che si possa ripartire e lavorare per il bene della città". Dopo queste parole, che probabilmente hanno avuto effetto sull'intervento del sindaco, Fausto Bassetta ha raccontato il suo dramma personale vissuto nelle settimane scorse a causa della scarsa o nulla collaborazione della sua maggioranza. Ha raccontato di solitudine e senso di sfiducia, senza tacere su quanto non si sia riusciti a fare sui temi essenziali quali la sanità, l'ambiente e l'occupazione. Sicuramente la posizione del Partito Democratico che nei giorni scorsi lo ha abbandonato di fatto sfiduciandolo, dev'essere stata una delle gocce fatali. E da qui il monito finale "cara maggioranza, vi annuncio le mie dimissioni. Per legge, ho venti giorni per ratificarle o ripensarle. Se in questi venti giorni non mi convincerete sul reale cambio di rotta, nulla e nessuno mi costringerà a restare sindaco". I commenti a caldo vanno dalla lettura dei fatti come di una strategia di recupero, al "bravo! Ha fatto bene, tutti a casa!". Un autunno che più caldo, non si sarebbe potuto.