La holding della droga nel Cassinate è stata destrutturata dalle maxi operazioni poste in essere dalle forze di polizia negli ultimi giorni ma anche dai continui controlli che soprattutto gli agenti del Commissariato di Cassino, coordinati dal vice questore Alessandro Tocco, stanno continuando ad assicurare. Un'offensiva senza eguali che sta lasciando clienti a secco, pusher nei guai e di certo una città più sicura. Sulla piazza al momento sono rimasti solo i "cani sciolti", almeno in apparenza.
Non più criminali di spessore in grado di gestire un traffico in continuo collegamento col Casertano e il Napoletano, dove la forza dell'intimidazione ottenuta attraverso le armi ha ottenuto in passato risultati "gestionali" incredibili. Guardando da lontano la piazza dello spaccio all'indomani della grande retata legata all'operazione "La Storia Infinita" dei carabinieri, ad esempio, appare un confuso brulicare di piccoli spacciatori. Pesci piccoli, si intende. Quelli più importanti di sicuro restano sui "fondali fangosi" in attesa di tempi migliori.
Ne è la prova la presenza, durante il blitz della polizia alle spalle del Comune di venerdì sera, di informatori giovanissimi quasi tutti minorenni che hanno guardato con attenzione l'intera operazione. Quando qualcuno si allontava o scompariva, ne arrivavano di nuovi. Altrettanto giovani e altrettanto "puliti": nessuna paura di essere annusati dai cani poliziotto. Loro erano lì "solo" per capire e riferire. Il sequestro di oltre 400 grammi di droga per il weekend ha creato non pochi problemi tanto agli assuntori quanto ai pusher della zona che hanno perso un bel po' di soldi.

La piazza si svuota

La piazza si è svuotata da un po'. Da quando con l'operazione "La Storia Infinita" erano state fatte scattare le manette ai "re della piazza" con un'inchiesta faraonica in cui erano confluiti episodi di violenza di ogni genere, tra minacce, pestaggi e sparatorie. Tutti finalizzati, più o meno direttamente, a mantenere - sempre in base al quadro accusatorio - il predominio su piazza Labriola, il miglior punto per dominare la città. Era in questo contesto che secondo i magistrati avveniva la divisione dei"compiti": chi impartiva direttive, chi reperiva i canali di approvvigionamento delle dosi dal Napoletano, chi organizzava la piazza dello spaccio «coordinando l'attività dei soci, stabilendo il prezzo all'ingrosso e al dettaglio». Ordini ben precisi, quelli ricostruiti dagli inquirenti. L'offensiva delle forze dell'ordine non si è mai fatta attendere in un territorio difficile come quello cassinate. «Un territorio che si conferma complesso proprio perché in questa zona confluiscono la criminalità campana e quella laziale. Fondendosi", come aveva dichiarato in modo perentorio il procuratore Luciano D'Emmanuele. A ogni tentativo di rifondare un cartello criminale strutturato la polizia ha risposto con perquisizioni continue, ispezioni mirate e controlli a tappeto. La guerra resta aperta. E in settimana andranno a processo alcuni degli imputati nella maxi operazione antidroga, quelli che hanno scelto il rito abbreviato.