Operazione Fireworks, confermato per le vedette il divieto di dimora a Frosinone. Con i vertici dell'organizzazione finiti in carcere la procura temeva che chi era rimasto in libertà potesse mettersi in proprio. Così i pm Adolfo Coletta e Giuseppe Cascini della Dda avevano impugnato la scelta del gip di Roma di non confermare gli arresti domiciliari, inizialmente decisi dal gip di Frosinone. Al tribunale della Libertà la procura chiedeva il ripristino dei domiciliari, le difese la conferma della liberazione.

Alla fine il tribunale del Riesame stabilì il divieto di dimora. Un provvedimento finalizzato a tenere lontani, non solo dal Casermone, ma anche da Frosinone, le figure minori, per lo più vedette o addetti allo spaccio al minuto, in base alle accuse raccolte da carabinieri e polizia.

A seguito di tale pronuncia le difese avevano deciso di impugnare in Cassazione i divieti di dimora. I giudici della Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, hanno mantenuto il provvedimento deciso dal Riesame e dunque divieto di dimora a Frosinone. Il provvedimento riguarda 24 indagati, compresi i sei - considerati dei meri fornitori - cui non è contestata l'associazione a delinquere. Nel ricorso con cui la procura chiedeva (al Riesame) il ripristino dei domiciliari, si evidenziava che «l'attività, svolta in forma associativa, di costante cessione di differenti sostanze stupefacenti presso il cosiddetto Casermone sia risultata grave perché consolidata, ed altresì rafforzata dalla costante forma di rifornimento (di cocaina) proveniente da soggetti esterni all'associazione».

Dal canto suo, il Riesame effettuò una valutazione di tenore diverso, che ha retto al vaglio della Cassazione. Misura più appropriata fu ritenuta il divieto di dimora «strumento cautelare (non detentivo) che garantisce il necessario distacco dei sodali rispetto al contesto territoriale nel quale si è sviluppato il fenomeno delinquenziale ricostruito, al punto di impedire loro di accedere al luogo di riferimento, ormai conosciuto e collaudato, aggirando le prescrizioni della misura adottata dal giudice procedente».

L'operazione Fireworks (all'arrivo della droga, venivano esplosi fuochi d'artificio) era scattata il 7 dicembre. Per lo spaccio alla finestrella del Casermone, il gip di Roma confermava la misura detentiva (inizialmente emessa da Frosinone) solo per i 16 in carcere. Scarcerati i 25 finiti ai domiciliari con revoca degli obblighi di firma e dei divieti di dimora e di espatrio.

I ricorsi hanno riguardato proprio questo secondo gruppo, assistito dagli avvocati Raffaele e Marco Maietta, Calogero e Antonino Nobile, Giampiero Vellucci, Riccardo Masecchia e Luigi Tozzi.