Nonostante il divieto di avvicinamento ha continuato a perseguitarla. Era finito ai domiciliari nel mese di giugno, ieri mattina nei suoi confronti è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Di nuovo nei guai un trentaduenne di Veroli, accusato nel mese di giugno scorso di atti persecutori, violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale

Ieri mattina c'è stata l'udienza con l'aggravamento della pena. I fatti si sono verificati all'inizio dell'estate scorsa a Ripi, vittima una giovane del posto.

La ricostruzione
Stando alle accuse, il verolano, dopo aver atteso l'uscita dal posto di lavoro di una ventinovenne di Ripi che, aveva occasionalmente conosciuto nei mesi precedenti, l'ha seguita fino a casa e lì, vistosi nuovamente respinto, ha insultato pesantemente sia la donna sia i familiari presenti i quali, spaventati, avevano contattato i carabinieri.

I militari erano intervenuti tempestivamente trovando l'uomo ancora all'interno del cortile dell'abitazione. Alla vista degli uomini dell'Arma, il trentaduenne invece di allontanarsi, si era scagliato contro di loro, opponendo forte resistenza. Per il verolano, quindi, erano scattate le manette per atti persecutori, violazione di domicilio e resistenza a pubblico ufficiale, e dopo le formalità di rito, su disposizione della competente autorità giudiziaria era stato condotto agli arresti domiciliari nella sua abitazione. Nonostante il divieto di avvicinamento, il verolano aveva continuato a perseguitare la donna. Ieri mattina c'è stata l'udienza e per il verolano, difeso dall'avvocato Raffaele Maietta, è stata disposta la custodia cautelare in carcere.