Abbandono di persone minori. È l'accusa dalla quale deve difendersi una maestra d'asilo di Veroli. La donna, ieri mattina, è stata rinviata a giudizio dal gup del tribunale di Frosinone, Ida Logoluso. Il processo è stato fissato all'8 di febbraio davanti al giudice monocratico Andrea Cataldi Tassoni. Il caso era esploso lo scorso febbraio quando i genitori dei piccoli alunni rifiutarono di portare in classe i propri figli.

La maestra, 53 anni, con un'esperienza ventennale nel mondo dell'insegnamento, respinge le accuse. Intanto è stata trasferita negli uffici amministrativi della scuola, alla periferia del paese. In base alle accuse raccolte a seguito di un'indagine nata dalle segnalazioni dei genitori dei frequentanti e condotta dalla polizia di Frosinone anche con l'utilizzo di telecamere installate in classe, alla docente viene contestato il fatto di aver abbandonato i tredici alunni a lei affidati.

Stando alle accuse si sarebbe allontanata dall'aula senza giustificato motivo e senza richiedere l'ausilio del collaboratore scolastico. Così facendo - sostiene l'accusa - avrebbe lasciato incustoditi gli alunni e, anche quando era presente, li avrebbe lasciati liberi di fare anche giochi pericolosi come saltare da e sui banchi, sdraiarsi all'interno degli armadi e tirarsi oggetti come forbici, trovati negli armadietti. È accusata anche di non aver vigilato sugli alunni che uscivano dalla classe senza essere accompagnati, di essersi intrattenuta al telefono e di non essere intervenuta mentre i bambini litigavano.

Tutte accuse che i genitori hanno segnalato alla polizia e che ora il giudice delle udienze preliminari ha ritenuto meritevoli di un approfondimento in dibattimento.

L'insegnante, difesa dall'avvocato Giampiertro Baldassarra, ha sempre negato tutto. Il legale ha evidenziato che l'accusa di maltrattamenti è subito caduta e che la sua cliente è stata messa sotto accusa per il metodo d'insegnamento portato avanti. Ovvero quello di lasciare liberi gli alunni. Il che avrebbe destato preoccupazione nelle colleghe e nei genitori. Un metodo d'insegnamento che la donna ha difeso a spada tratta anche in ragione della propria esperienza. Inoltre, da questa storia la stessa è risultata fortemente provata. Anche in considerazione dei manifestini che erano stati affissi all'ingresso della scuola e per i quali ha presentato a sua volta una denuncia.

La difesa è, comunque, convinta di dimostrare l'estraneità della donna a tutte le contestazioni mossegli. Dal canto loro i genitori insistono nelle accuse. Madre e padre di un bimbo di quattro anni che frequentava l'istituto, ieri mattina si sono costituiti parte civile attraverso l'avvocato Paolo De Simone. Un altro gruppo di genitori, in rappresentanza delle altre parti offese, si è invece rivolto all'avvocato Marco Antonio Ottaviani il quale ora dovrà valutare se presentare in aula la costituzione di parte civile. Se ne riparlerà a febbraio.