Delitto del lago: Pamela Celani, accusata dell'omicidio volontario aggravato da futili motivi di Felice Lisi, comparirà il 13 dicembre di quest'anno davanti al Gup Antonello Bracaglia Morante. Inizia il processo, con rito abbreviato, della compagna ventisettenne di Felice Lisi colpevole del delitto compiuto il 30 maggio a Ceprano, in via Guardaluna.

Un delitto risolto poche ore dopo la scoperta del corpo privo di vita del giovane ucciso con una coltellata inferta tra collo e sterno. I sospetti si erano concentrati subito sulla compagna del ventiquatrenne che quella mattina del 30 maggio, intorno alle 10, aveva raggiunto una vicina di casa chiedendo di chiamare il 118 perchè Felice si era ferito. In realtà i soccorsi, raggiunta l'ultima casa di via Guardaluna dove vivevano in condizioni di profondo degrado i due giovani, non avevano potuto far altro che constatare il decesso del ventiquattrenne. Pamela Celani, invece, che aveva accusato un malore, era stata trasferita al nosocomio di Frosinone dove, qualche giorno dopo, aveva confessato.

Il delitto del lago è rimasto avvolto nel mistero solo qualche giorno, la confessione infatti è giunta dopo poche ore dal sopralluogo effettuato sulla scena del delitto dal capitano del Ris di Roma Cesare Rapone, supportato dagli uomini del Nucleo investigativo del comando provinciale di Frosinone e dai carabinieri della stazione di Ceprano.

Il capitano Rapone era stato delegato dalla dottoressa Rita Caracuzzo della Procura di Frosinone, per gli accertamenti volti alla ricostruzione della dinamica del delitto con riferimento alla morfologia dello studio della distribuzione delle tracce di sangue. Sul luogo del delitto, la mattina del sopralluogo, era giunta anche la nota criminologa Roberta Bruzzone che aveva effettuato una rapida verifica. Di fatto la dinamica è apparsa subito chiara agli inquirenti e di lì a poche ore, dall'ospedale di Frosinone, la Celani ha confessato. Una storia triste quella di via Guardaluna, una vicenda articolata in un contesto di disagio socio-ambientale, Felice e Pamela infatti vivevano da due mesi nella casa di Guardaluna, senza luce, gas e acqua, attenzionati dai servizi sociali, dal Comune, dall'associazione La Torre e dai carabinieri per i guai giudiziari in cui erano finiti a causa di furti.

Le istituzioni avrebbero voluto condurli in comunità, ma non sono intervenute in tempo; nell'arco di una settimana la situazione è precipitata, Felice è morto e Pamela Celani risponde dell'omicidio volontario.