La procura non dispone l'autopsia sulla salma del piccolo Liam. Per i magistrati di piazza Labriola è risultato sufficiente il riscontro diagnostico "interno" effettuato dallo stesso ospedale di Cassino: capitolo chiuso. A chiedere, invece, con forza che venisse effettuata una perizia terza, in grado di eliminare qualsiasi dubbio su un possibile errore umano dietro l'inspiegabile morte erano stati i genitori del bambino, morto nella pancia della mamma - una ventiduenne di Aquino - all'ottavo mese di gravidanza.
Forse per asfissia, con il cordone ombelicale. «La procura della Repubblica di Cassino non ha ritenuto di disporre l'autopsia, nominando un proprio consulente tecnico medico legale, sul corpicino del piccolo Liam, il bimbo nato morto il 28 agosto scorso nell'ospedale cittadino - hanno spiegato in una nota i genitori - Il pubblico ministero titolare del fascicolo per omicidio colposo, aperto dopo l'esposto dei genitori, ha evidentemente ritenuto sufficiente il riscontro diagnostico effettuato giovedì scorso dai medici dello stesso nosocomio».
La mamma, una ventiduenne di Aquino, e il suo compagno (per il tramite del proprio penalista, l'avvocato Andrea Piccoli del Foro di Treviso) avevano richiesto con forza che fosse effettuata su disposizione della magistratura una perizia medico legale "terza" e imparziale rispetto all'esame interno dell'ospedale, e a tal fine è stata presentata una memoria ad hoc, ma la procura anche oggi, attraverso i carabinieri della locale stazione, ha ribadito che la salma è a disposizione per i funerali, che non sono comunque stati ancora fissati».
La tragedia si è consumata nella notte tra domenica 27 e lunedì 28 agosto. Sconvolti dal dolore, ma soprattutto tormentati dal dubbio che con un intervento immediato del medico e un cesareo il bimbo forse si sarebbe potuto salvare, i genitori, per fare piena luce sui fatti e ottenere giustizia, attraverso la consulente personale, dottoressa Simona Longo, si sono affidati a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini.
Per questo giovedì si sono presentati presso la locale stazione dei carabinieri e hanno depositato un esposto indirizzato alla procura di Cassino con il sequestro delle cartelle cliniche. Ora il capitolo è chiuso.