Ad essere stata condannata è stata la Asl. Un danno biologico di circa 39.000 euro per un cassinate che ha scoperto di avere una garza nell'addome dopo un intervento per un'appendicite. I fatti risalgono al 2005. Il paziente, dopo un'iniziale denuncia nei confronti dei medici, ha deciso di ritirarla proseguendo da un punto di vista civilistico. A difendere i chirurghi, assolti, è stato l'avvocato Antonella Verrecchia che ha sostenuto l'insussistenza di una condotta colposa da parte dei medici. Non solo. La Asl, inoltre, ora condannata dal giudice Claudio Fassari, non aveva ancora adottato (all'epoca) il cosiddetto codice di condotta ovvero un protocollo che prevede il conteggio delle garze e degli strumenti in ambito di interventi in sala operatoria.