Rotolano giù massi e... certezze. Privi di radici i terreni cedono e l'acquazzone "numero uno" nel Cassinate fa sfiorare l'emergenza. La paura non abbandona il Cassinate.
Dopo il fuoco è il suo contrario, ora, a terrorizzare: l'acqua! Alle primissime intemperie, arrivate a portare anche refrigerio, si è verificato un rischio incombente (per ora è tale) su via Caira, zona Casermette, con tre famiglie in pericolo e una che ha paura a restare nella propria abitazione. Sul posto, domenica pomeriggio, i vigili del fuoco ma anche il sindaco D'Alessandro e il consigliere Evangelista che hanno constatato il pericolo per l'area.
Per questo, ieri mattina, lo stesso primo cittadino ha chiesto interventi di somma urgenza al genio civile mentre si valuta, ma per il momento non sembra imminente, una ordinanza di sgombero. «Effettivamente una grossa fetta di montagna è stata bruciata, non c'è più tenuta da parte della vegetazione, è opportuno che la Regione - spiega D'Alessandro, mettendo a fuoco l'intera situazione - dia all'area del genio civile i fondi necessari per fare interventi di somma urgenza.
È la cosa più immediata, dirottare una parte dei finanziamenti all'area sud del genio civile affinché si possano operare interventi di messa in sicurezza».

In prefettura

E la prefettura, come ha fatto per gli incendi, non perde neppure un secondo. Già con i roghi, non appena il presidente della Regione ha parlato di un intervento dell'esercito, la dottoressa Zarrilli ha convocato un summit in piazza della Libertà e declinato in realtà quelle parole, per un maggiore presidio sulla provincia di Frosinone. Lo stesso si sta facendo sul rischio idrogeologico. Verso la terza decade del mese, infatti, era già nelle intenzioni dell'esponente di governo convocare i sindaci con le maggiori criticità per guardare al passato e scrivere un futuro diverso.
L'idea è quella di giocare d'anticipo e stilare insieme «le linee guida a cui attenersi per il prossimo anno per evitare tragedie come quelle di quest'anno con gli incendi». E con il neo responsabile del genio civile, qualche giorno fa, si era già confrontata per adottare soluzioni idonee e anticipate per il rischio frane, smottamenti e caduta massi. «Neppure il tempo di parlare del rischio, che già si è palesato», ha detto ieri il prefetto Emilia Zarrilli.
Perché dopo la siccità e i roghi devastanti, il territorio rischia di non reggere di fronte alle intemperie. «Devo incontrare i sindaci - conferma la Zarrilli - perché in diverse zone il terreno è diventato più debole. Giovedì mattina, ancora con gli incendi in atto, ho incontrato il nuovo responsabile genio civile e stavamo ragionando su interventi urgenti per non correre ai ripari, in seconda battuta. Già abbiamo iniziato a parlare di questa "emergenza", ma alcuni episodi sono accaduti prima del previsto, prima dell'arrivo delle piogge autunnali». L'occhio vigile ce l'hanno pure i cittadini. Nell'area di monte Cairo, dove vivevano da decenni boschi "sacri" ai cassinati e coltivazioni di famiglia, ora ci sono desolazione e pericolo. E molti ricordano le colate di fango del passato "remoto", oltre alla caduta massi che già inizia ad affacciarsi nella zona.