Tentano di infilzare i carabinieri con un forcone, dopo averli presi a sassate e minacciati con una motosega. E vengono arrestati. A finire nei guai sono stati padre e figlio, di 67 e 29 anni, entrambi già noti alle forze dell'ordine per reati specifici e residenti nel comune di Esperia. A chiamare i militari della stazione di Esperia, però, non terze persone: come ricostruito ieri in aula dai carabinieri intervenuti - quelli della Stazione di Esperia, di San Giorgio a Liri e dell'Aliquota operativa della Compagnia di Pontecorvo - è stato lo stesso pensionato dopo una lite per problemi di confine con alcuni parenti. Una discussione nata, sembrerebbe, per questioni di poco conto legate a un fazzoletto di terra. Una volta digitato il 112, però, il sessantasettenne avrebbe richiesto l'intervento dell'Arma, minacciando contestualmente di morte proprio gli operanti. Immediato l'arrivo dei militari competenti per territorio, coordinati dal tenente della Compagnia Tommaso Vittorio De Lisa, che a sua volta si è recato sul posto visto il degenerare della situazione.

La ricostruzione
Ad accogliere la prima pattuglia dei militari una vera e propria sassaiola: messa da parte la querelle nata con i confinanti (e parenti del pensionato) le attenzioni sono state "riservate" tutte agli uomini dell'Arma. Dal muretto che cinge la proprietà del sessantasettenne sono volati sassi e ancora sassi volti a colpire i carabinieri. Ma terminata la sassaiola, il livello della violenza si è alzato. Prima una colluttazione con i carabinieri, che hanno riportato diversi giorni di prognosi, poi la minaccia di farli fuori con ascia, forcone e motosega. Imbracciando un forcone, brandendo un'ascia e una motosega (come accertato dai militari) padre e figlio avrebbero intimato agli operanti di andarsene. Tra un insulto e una minaccia di morte. Solo grazie alla prontezza di riflessi dei militari in servizio è stato evitato il peggio: uno degli operanti, grazie all'intervento tempestivo dei colleghi delle competenti Stazioni dell'Arma, non è stato infilzato dal forcone. Sia il padre che il figlio sono stati arrestati per violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale nonché per lesioni personali.

Ieri mattina, assistiti dall'avvocato Angelo Pollino, sono stati sottoposti alla convalida della misura e sono stati condotti in carcere: alto, secondo il giudice, il rischio delle recidiva e troppo gravi le condotte dei due, chiamati in aula il prossimo 3 ottobre. L'avvocato si riserva di impugnare la decisione del giudice.