Si era accampata alla stazione e lì, negli ex uffici Cotral, è stata violentata. A seguito della denuncia presentata da una trentunenne lombarda, ma originaria del Sud Italia, i carabinieri hanno arrestato due egiziani. La misura, un fermo di indiziato di delitto, emesso dal sostituto procuratore Rita Caracuzzo, è stata eseguita all'indomani dello stupro.

Tutto ha inizio mercoledì, quando la donna, in evidente stato di agitazione, si presenta negli uffici della stazione dei carabinieri allo Scalo. Sostiene di esser stata violentata da due uomini. I militari dell'Arma l'accompagnano al pronto soccorso e lì i medici confermano. Partono così le indagini per ottenere riscontri alle dichiarazioni accusatorie. I carabinieri del Norm della compagnia di Frosinone e i colleghi dello Scalo, guidati dal maggiore Matteo Branchinelli e dal luogotenente Angelo Pizzotti, cercano di delineare i contorni della violenza.

La donna, in difficoltà economiche e in una situazione di disagio, sostiene di esser giunta a Frosinone in cerca di lavoro, grazie a una conoscenza sui social network. In assenza di un alloggio, si era accampata alla stazione, sfruttando i locali comunali un tempo utilizzati come uffici dalla Cotral e ora in stato di abbandono. Nel suo peregrinare per lo Scalo in cerca di un impiego come badante, conosce un ragazzo egiziano.

Mercoledì mattina, mentre dorme su una panchina della stazione, viene avvicinata da questi. Iniziano a parlare e lei si confida. Spiega le sue difficoltà, così l'africano le propone di aiutarla. È lui stesso a convincerla a seguirla nel retro dei locali di piazza Kambo. È lì in una stanza ricettacolo di ogni rifiuto, ora sottoposta a sequestro da parte dell'autorità giudiziaria, che si consuma la violenza.

La donna è costretta denudarsi e a subire gli abusi anche per opera di un amico dell'egiziano, sopraggiunto nel mentre. Le indagini, sulla scorta di un riconoscimento fotografico effettuato dalla vittima, si concentrano sui due magrebini di 19 e 21 anni. Nei loro confronti emerge una serie di indizi, mentre, al tempo stesso, i carabinieri delineano le varie fasi della violenza. Anche per evitare che i due accusati, senza fissa dimora, possano allontanarsi da Frosinone, scatta il fermo disposto dal pm Caracuzzo. Ora sono in carcere a Frosinone. Lei è stata affidata a una casa famiglia, in attesa del ritorno a casa.