Un appello virale. Con centinaia di condivisioni, messaggio e contromessaggio rilanciato all'infinito. E scatta la solidarietà e la generosità dei ciociari. La vicenda della richiesta di donazione di sangue ha scatenato un putiferio mediatico. E ciò dimostra ancora una volta come la realtà virtuale si stia sovrapponendo sempre più a quella reale.
Al tempo stesso, la vicenda è emblematica del fatto che i ciociari sono un popolo generoso. Che non esita a correre in ospedale anche il sabato della settimana di ferragosto per donare il sangue e cercare di aiutare una persona in difficoltà. Anche se non la si conosce. Centinaia e centinaia di messaggi poi rilanciati da conoscente a conoscente. È la potenza del web che, in certi casi, rischia di scappare di mano. Soprattutto se se ne fa un uso distorto.
Il polverone creatosi non riguarda tanto la notizia, vera, dello stato di salute della paziente e del bisogno di una trasfusione. Anche se poi, come nella migliore, anzi peggiore tradizione del web, nel pomeriggio sono circolati anche messaggi del tenore opposto, ovvero che si trattasse di una bufala. Del resto non è un mistero che ci sia chi si approfitti della generosità altrui. Il problema è che, nello spirito, senz'altro apprezzabile, di voler contribuire ad aiutare una persona in una situazione di sofferenza si siano rese note le generalità della stessa. E da questo punto di vista le norme sulla privacy sono abbastanza ferree, soprattutto quando si tratta di informazioni attinenti allo stato di salute delle persone. Il divieto di diffusione dei dati relativi allo stato di salute infatti è assoluto. E, come stabilito da una recente pronuncia della Cassazione, a farne le spese è stata addirittura la Corte dei Conti.
Ma, a ben guardare, il web è pieno di appelli alla donazione del sangue. Fatti anche da strutture pubbliche. Tuttavia, alle volte gli appelli non sono veri. È storia la richiesta di aiuto di un bimbo di 17 mesi (che non esiste) affetto da leucemia. Appello che, di volta in volta, cambia il nome del piccolo e l'ospedale dov'è ricoverato.
Le richieste di aiuto vere, invece, si sono susseguite soprattutto nei periodi estivi quando l'emergenza sangue si accentua. E a tal fine utilissimi possono essere i social network. Che a volte possono portare a risultati più apprezzabili di mille campagne d'informazione. Se una volta per sollecitare una donazione ci si attaccava al telefono chiamando le persone amiche ora ci si affida al web anche in questi casi. Confidando sempre nella sensibilità e nella solidarietà di chi sta dall'altra parte del cellulare o del computer. Tra gli ultimi appelli, in previsione dell'estate, a fine luglio c'è stato quello dell'Asl di Pisa. Il 31 luglio la Fondazione Veronesi aveva rilanciato l'appello dell'Avis per l'importanza di donare anche d'estate. A dimostrazione che lo strumento tecnologico è reputato un ottimo veicolo di diffusione delle notizie anche da parte delle aziende ospedaliere. Anche in occasione del terremoto in centro Italia diversi appelli a donare erano stati fatti attraverso internet e i social network.

«Giunto da fonte attendibile e girato: non è la classica "bufala". È arrivata una richiesta dal centro trasfusionale di Frosinone di sacche di sangue Rh O negativo per una paziente grave. Chiunque abbia la possibilità di donare deve presentarsi domani, sabato 19, alle ore 8 massimo 8.30, presso il centro trasfusionale dell'ospedale "Spaziani" di Frosinone. Aiutateci a diffondere». Questo un messaggio che dalla serata di venerdì, insieme a un audio, ha fatto il giro della Ciociaria e non solo. Da lì, il caos, tra appelli e smentite, richieste di aiuto e "avvisi" di querele verso gli autori della "catena".

Ma andiamo per ordine. Nella tarda serata di venerdì una nota audio inizia a divulgarsi e nel giro di poco tempo, "viaggiando" anche di notte, arriva tramite messaggio su telefoni cellulari, messenger, fino a riempire le bacheche di Facebook di tantissime persone, da nord a sud della Ciociaria, raggiungendo anche coloro che vivono in altre regioni d'Italia e all'estero. Segue anche un messaggio. Tutti uniti per aiutare una donna che, come invita la "voce" audio, necessita di sangue e per aiutarla bisogna raggiungere il centro trasfusionale dell'ospedale di Frosinone. Manca poco all'alba, quando sul social network le richieste di aiuto, il tam tam di messaggi privati e pubblici, condivisioni della richiesta di aiuto, si susseguono una dopo l'altra. L'appuntamento è per le 8.30 e, quindi, bisogna affrettarsi per far arrivare il messaggio a chi può donare, a chi può essere quella goccia nell'oceano che può contribuire a un gesto immenso.

Un appello che è andato oltre le aspettative. Il cuore della Ciociaria è stato grande. Uomini e donne si sono precipitati allo "Spaziani" per dire sì alla solidarietà e al gesto d'amore. Tanto che alle 11 le donazioni sono state tante. Insieme alla notizia positiva della catena di solidarietà e dell'obiettivo raggiunto, arrivano di pari passo, quasi con la stessa "potenza" dell'S.O.S., i messaggi, post e note di chi non condivide il mezzo utilizzato, le modalità, la violazione della privacy (sono state rese note le generalità della donna che vive nell'hinterland frusinate). E così, in tarda mattinata, ai messaggi di condivisione e aiuto, si alternano quelli di "falso allarme", "bufala". In una nota la Asl specifica che si è trattato di un falso allarme, che il fabbisogno è stato garantito e che si riserva di procedere per vie legali nei confronti dei responsabili. Trascorrono le ore e sul web gli utenti si dividono. Da una parte c'è chi ringrazia "la voce" che, forse non immaginando cosa avrebbe innescato, forse presa dalla fretta di riuscire a fare qualcosa per rendersi utile, non ha pensato a non divulgare nomi e particolari della malattia, ha fatto emergere una realtà importante: la forza della solidarietà.

Quella "voce" ascoltata e riascoltata per ore e ore ieri, forse ha voluto fare qualcosa davanti alla preoccupazione dei familiari, di amici della donna. Ha deciso, così, di lanciare un appello e chiedere aiuto su un gruppo Whatsapp a pochi amici, e mai avrebbe pensato di scatenare un polverone che ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri. Voleva soltanto aiutare a trovare donatori per raccogliere sacche di sangue, sicuramente ha sbagliato le modalità, ma il suo è stato un gesto fatto con il cuore. E così fino a tarda sera, tra appelli e smentite, il dato emerso è che se la solidarietà chiama, la Ciociaria risponde. E tra i tanti, tantissimi, post, messaggi, che ieri si sono susseguiti, anche quello di una persona vicina alla donna. «Ringrazio chi si è prestato a donare il proprio sangue, siete stati tantissimi, però volevo informarvi che momentaneamente non c'è più necessità perché siamo coperti e visto che il sangue dopo 40 giorni non è più buono e si puo ridonare dopo svariati mesi, sarebbe di grande aiuto se tutti i donatori si presentassero anche nei prossimi giorni/settimane perché potrebbero essere davvero di aiuto». E la Ciociaria ha dimostrato di saper rispondere agli appelli.

di: Nicoletta Fini