«Giunto da fonte attendibile e girato: non è la classica "bufala". È arrivata una richiesta dal centro trasfusionale di Frosinone di sacche di sangue Rh O negativo per una paziente grave. Chiunque abbia la possibilità di donare deve presentarsi domani, sabato 19, alle ore 8 massimo 8.30, presso il centro trasfusionale dell'ospedale "Spaziani" di Frosinone. Aiutateci a diffondere». Questo un messaggio che dalla serata di venerdì, insieme a un audio, ha fatto il giro della Ciociaria e non solo. Da lì, il caos, tra appelli e smentite, richieste di aiuto e "avvisi" di querele verso gli autori della "catena".

Ma andiamo per ordine. Nella tarda serata di venerdì una nota audio inizia a divulgarsi e nel giro di poco tempo, "viaggiando" anche di notte, arriva tramite messaggio su telefoni cellulari, messenger, fino a riempire le bacheche di Facebook di tantissime persone, da nord a sud della Ciociaria, raggiungendo anche coloro che vivono in altre regioni d'Italia e all'estero. Segue anche un messaggio. Tutti uniti per aiutare una donna che, come invita la "voce" audio, necessita di sangue e per aiutarla bisogna raggiungere il centro trasfusionale dell'ospedale di Frosinone. Manca poco all'alba, quando sul social network le richieste di aiuto, il tam tam di messaggi privati e pubblici, condivisioni della richiesta di aiuto, si susseguono una dopo l'altra. L'appuntamento è per le 8.30 e, quindi, bisogna affrettarsi per far arrivare il messaggio a chi può donare, a chi può essere quella goccia nell'oceano che può contribuire a un gesto immenso.

Un appello che è andato oltre le aspettative. Il cuore della Ciociaria è stato grande. Uomini e donne si sono precipitati allo "Spaziani" per dire sì alla solidarietà e al gesto d'amore. Tanto che alle 11 le donazioni sono state tante. Insieme alla notizia positiva della catena di solidarietà e dell'obiettivo raggiunto, arrivano di pari passo, quasi con la stessa "potenza" dell'S.O.S., i messaggi, post e note di chi non condivide il mezzo utilizzato, le modalità, la violazione della privacy (sono state rese note le generalità della donna che vive nell'hinterland frusinate). E così, in tarda mattinata, ai messaggi di condivisione e aiuto, si alternano quelli di "falso allarme", "bufala". In una nota la Asl specifica che si è trattato di un falso allarme, che il fabbisogno è stato garantito e che si riserva di procedere per vie legali nei confronti dei responsabili. Trascorrono le ore e sul web gli utenti si dividono. Da una parte c'è chi ringrazia "la voce" che, forse non immaginando cosa avrebbe innescato, forse presa dalla fretta di riuscire a fare qualcosa per rendersi utile, non ha pensato a non divulgare nomi e particolari della malattia, ha fatto emergere una realtà importante: la forza della solidarietà.

Quella "voce" ascoltata e riascoltata per ore e ore ieri, forse ha voluto fare qualcosa davanti alla preoccupazione dei familiari, di amici della donna. Ha deciso, così, di lanciare un appello e chiedere aiuto su un gruppo Whatsapp a pochi amici, e mai avrebbe pensato di scatenare un polverone che ha tenuto banco per tutta la giornata di ieri. Voleva soltanto aiutare a trovare donatori per raccogliere sacche di sangue, sicuramente ha sbagliato le modalità, ma il suo è stato un gesto fatto con il cuore. E così fino a tarda sera, tra appelli e smentite, il dato emerso è che se la solidarietà chiama, la Ciociaria risponde. E tra i tanti, tantissimi, post, messaggi, che ieri si sono susseguiti, anche quello di una persona vicina alla donna. «Ringrazio chi si è prestato a donare il proprio sangue, siete stati tantissimi, però volevo informarvi che momentaneamente non c'è più necessità perché siamo coperti e visto che il sangue dopo 40 giorni non è più buono e si puo ridonare dopo svariati mesi, sarebbe di grande aiuto se tutti i donatori si presentassero anche nei prossimi giorni/settimane perché potrebbero essere davvero di aiuto». E la Ciociaria ha dimostrato di saper rispondere agli appelli.