Nell'inferno di Barcellona. Hanno ancora davanti agli occhi la gente a terra, sentono le urla, le sirene dei soccorsi. Li abbiamo contattati su Facebook. Ci hanno chiesto di aspettare qualche minuto perché dovevano rispondere a parenti e amici preoccupati per loro. In tv la notizia dell'attentato, avvenuto intorno alle 17 lungo la Rambla, nel centro di Barcellona, ha gettato nello sconforto numerosi ciociari. Grande preoccupazione, in provincia di Frosinone, da parte dei parenti delle decine di ciociari che si trovano in Spagna per le vacanze estive.
Un furgone è piombato su una folla di centinaia di cittadini e turisti: tredici vittime e una cinquantina di feriti, di cui alcuni gravi, inclusi alcuni bambini. Arrestato un attentatore, un altro ucciso e un terzo in fuga.
All'attentato sono scampati due giovani verolani, di 22 anni, G.M. e M.P. partiti mercoledì mattina. Paura anche per sei ragazzi di Monte San Giovanni Campano, che solo per aver deciso all'ultimo momento di andare in spiaggia, non si sono trovati lungo la Rambla, che avrebbero raggiunto più tardi. Tanti altri, soprattutto giovani, da nord a sud della Ciociaria, che hanno vissuto momenti di panico.
Dove eravate quando è avvenuto l'attentato?
«Noi eravamo a Plaça de Catalunya e abbiamo visto polizia ovunque, ma ancora non era successo nulla - racconta G.M. - Poi da un momento all'altro abbiamo sentito le urla della gente attorno a noi e abbiamo iniziato a correre in massa. Molta gente si è rifugiata nei supermercati. Si calpestavano a vicenda. Molti saranno morti così».
E dove siete fuggiti?
«Ci siamo messi a correre verso il nostro albergo che sta a un chilometro da dove è successo il fatto. Ma ancora non sapevamo cosa fosse successo».
Chi vi ha avvertito?
«Una signora ci ha detto che un furgone si era buttato sulla folla e che si trattava di un presunto attentato terroristico. Poi siamo entrati in albergo e abbiamo rivisto la scena in televisione».
Siete stati subito contattati dai vostri parenti?
«Abbiamo scritto a tutti un attimo prima che ne parlassero i tg in Italia così da avvertirli che stavamo bene».
Cosa avete provato?
«Abbiamo avuto tanta paura. Abbiamo ancora i brividi. È stato un incubo».
Torneranno a casa questa sera i due verolani. Come loro anche alcuni ragazzi di Sora. Non erano sul luogo dell'attentato ma tanta è stata la paura, al punto da farli prendere il primo volo per fare rientro.