Il sistema di refrigerazione è andato in tilt e da qualche giorno l'ospedale Santa Scolastica è diventato un girone infernale. Al pronto soccorso i primi problemi, nel fine settimana un infermiere aveva accusato un malore mentre prestava soccorso ad un paziente a causa delle temperature elevate in sala triage.

Ma a dover combattere con il caldo eccessivo anche i reparti del terzo e quarto piano. Alcuni degli utenti del poliambulatorio hanno deciso di andare via perché l'attesa prolungata è diventata ingestibile. «Abbiamo aspettato mesi per questa visita, ma così rischiamo di sentirci male aspettando di entrare - ha detto una signora che accompagnava il marito - Vorrà dire che la faremo a pagamento».

Non solo i pazienti, anche il personale sanitario è costretto a lavorare in condizioni sempre più difficili. Dopo i tagli e le criticità quotidiane a cui dover far fronte, i macchinari che sempre più spesso vanno in tilt, il caldo nei reparti è un disagio del quale i medici e gli infermieri devono farsi carico con gli utenti, pur non dipendendo da loro.

«La gente se la prende con noi, è ovvio, siamo noi il muro contro il quale vanno a sbattere - ha spiegato un medico amareggiato - Noi abbiamo fatto un giuramento, siamo guidati da una vocazione e siamo qui per offrire una cura, per fare diagnosi. Sicuramente non dipende da noi se l'aria condizionata non funziona. Qui tra i reparti e nelle corsie ci siamo noi, ci sono gli infermieri, non i politici e la gente è arrabbiata. Facciamo il possibile, ma è sempre più difficile».

Un vero girone infernale nel quale i pazienti girano accompagnati da amici e familiari, tra dolore e paura che segnano i volti e i disagi creati dall'afa. Danni e guasti che non dipendono dalla dall'azienda sanitaria e che si stanno verificando in numerosi uffici pubblici della provincia. A subire i disagi maggiori sono i più piccoli, gli anziani e ovviamente, le donne incinte: «Ho talmente paura che ho pensato di andare a partorire nell'ospedale di Formia o a Frosinone. A Sora mi hanno detto è come qui».

Nei reparti che ospitano degenti a rischio il servizio sembra funzionare a singhiozzo. Una situazione insostenibile che sta ulteriormente aggravando il lavoro quotidiano del personale sanitario. «L'attesa in Pronto soccorso non è un momento di divertimento - ha detto amareggiato un uomo che ha accompagnato il figlio - chi si sente male dovrebbe trovare un ambiente in grado di offrire sollievo, medici e infermieri pronti a prestare soccorso. Invece arrivi qui e ti ritrovi con una temperatura equatoriale, il personale esausto e spossato. Sono persone mica robot».

La situazione purtroppo è compromessa ulteriormente anche dal malcostume degli utenti che aprono le finestre, che entrano ed escono dalle porte d'ingresso sostando sull'uscio per fumare. Lo sbalzo di temperature manda in tilt il sistema di autoregolazione della temperatura e compromette gli impianti.