Esattamente due mesi fa avevano segnalato raccolte di fieno nella zona interdetta all'uso agricolo e zootecnico tra via Mulino San Rocco e via Passo del cardinale al Comando provinciale per la tutela forestale, al Ministero dell'ambiente e all'assessore regionale competente Mauro Buschini. A indagini in corso, però, il "Coordinamento interprovinciale per ambiente e salute Valle del Sacco-Bassa Valle del Liri" e decine di associazioni e cittadini cooperanti sono «venuti a conoscenza - comunicano - di un'incongruenza rispetto alla precedente perimetrazione riguardo alle aree ripariali e di esondazione lungo l'asta fluviale del fiume Sacco», dove «non esiste - denunciano - interdizione». Ed è così che mercoledì scorso hanno inviato una nuova missiva domandando al Ministero se «ritenga opportuno intervenire in modo uniforme, seguendo un principio precauzionale fino alle successive caratterizzazioni, e interdire alla coltivazione anche le aree relative alla disposizione n. 266» del 19 novembre 2010, che ha esteso le competenze dell'ex ufficio commissariale anche ai comuni di Frosinone, Ceccano, Patrica, Castro dei Volsci, Pofi, Ceprano e Falvaterra oltre a quelli previsti dalla direttiva n. 2 del 9 settembre 2005 (Colleferro, Segni, Anagni, Gavignano, Paliano, Ferentino, Sgurgola, Morolo e Supino). Ed è stato altresì chiesto di verificare la presenza degli appositi cartelli segnaletici e reso noto che all'interno del Sin «alcuni cittadini si cimentano nell'attività della pesca» e, non sapendo se a fini sportivi o di consumo, «sarebbe opportuno - hanno suggerito - vietare anche» quella. Si attendono, dunque, provvidenziali sviluppi riguardo a una vicenda che fa acqua da tutte le parti.