Il mondo dell'edilizia in provincia di Frosinone è in profonda crisi. Crollati lavoro e fatturato, chiudono i battenti le imprese e i lavoratori restano a casa. A fare le spese di questa situazione ora è una società di Boville Ernica. Dopo aver detto no al concordato preventivo, il tribunale di Frosinone decreta il fallimento della Cogebo spa. Nominato anche il curatore fallimentare, l'avvocato Giuseppe Volpari.
La società, guidata dall'amministratore unico Tonino Capogna, con il pallino del calcio, con un capitale sociale di 3,5 milioni di euro, aveva chiesto di accedere al concordato preventivo. Si tratta di un istituto ideato per favorire il risanamento e la prosecuzione dell'attività di impresa ed evitare pertanto il fallimento, consentendo anche ai creditori di rientrare in parte di quanto avanzato. Il 5 febbraio del 2015 la Cogebo, che è rappresentata dall'avvocato Nicola Ottaviani, sceglieva allora la strada del concordato preventivo. A fine mese il tribunale di Frosinone concedeva all'azienda 120 giorni di tempo per presentare la proposta del piano e la documentazione relativa.
A luglio 2015 la società otteneva una proroga di un mese per la presentazione del piano. Con decreto, a novembre del 2015, il tribunale richiedeva un'integrazione della proposta di concordato preventivo, fissando come termine ultimo il 15 dicembre. Alla Cogebo veniva poi concesso un termine fino al 30 novembre 2016 per il deposito della fideiussione. Tuttavia, il tribunale il 15 febbraio 2017, venute meno le condizioni di ammissibilità, ha deciso di sospendere il provvedimento e, in base all'articolo 173 della legge fallimentare, ordinato di procedere alla convocazione dei creditori. Il 2 agosto l'epilogo: il tribunale ha revocato l'ammissione al concordato preventivo e ha dichiarato il fallimento dell'azienda.
Il concordato è saltato anche perché è emersa l'impossibilità di soddisfare in breve tempo i crediti vantati. Si tratta di crediti per subappalti di lavori effettuati a Roma e nella ricostruzione post terremoto. Crediti che,grossomodo, si avvicinano a quei 20 milioni di passività, accumulati in questi anni nei confronti di altre società. La Cogebo, nata nel 2003, era attiva nel campo dell'edilizia nella costruzione, acquisto e vendita di immobili, ma anche nell'acquisto, vendita e noleggio di macchinari da lavoro. Nel 2009 c'era stata la fusione con la Capogna costruzioni srl. Nel 2013 l'azienda aveva 95 dipendenti, ora ridotti a cinque, e un fatturato di 24,8 milioni di euro, nonché una perdita di esercizio di 1,3 milioni. In attesa della conclusione dell'esito del concordato preventivo è andata avanti con la gestione provvisoria.