Forse ci voleva l'ennesima aggressione al Pronto soccorso per risollevare il problema del personale ridotto all'osso. Così dopo l'aggressione dell'altro giorno al lavoro sono rimasti solo due infermieri, con l'ausilio di un terzo "rubato" ad un altro reparto. Nonostante le richieste, le denunce, le lamentele - davvero moltissime - dei pazienti che hanno a disposizione una struttura sanitaria d'eccellenza la situazione non cambia. È come possedere una Ferarri ma senza carburante. E l'ultimo terribile episodio registrato a Cassino non ha fatto altro che risollevare un ben noto problema.

Il dramma

A dare in escandescenze è stato un giovane rumeno trasportato al Pronto soccorso in condizioni drammatiche, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. Per l'intera notte è rimasto in osservazione alternando momenti di normalità a scatti improvvisi d'ira e violenza. Fino al cambio turno. Un'altra improvvisa esplosione di collera. E il vano tentativo del personale di bloccarlo. Così nella concitazione l'uomo ha ferito due delle infermiere presenti. Una al labbro, con una ginocchiata ben assestata. L'altra al volto, con ferite al naso e alle costole. Per uno dei professionisti intervenuti, un bel calcio al petto, in un parapiglia mai visto.
Risultato? Due infermieri in meno. Con l'impossibilità matematica di coprire i turni, già resi un rebus dalle ferie e dalle richieste di malattia.
Lo ribadiamo, l'abnegazione del personale è sotto gli occhi di tutti. Ma lo sono anche i numeri che non quadrano, perché Frosinone con un numero di poco superiore di accessi rispetto a Cassino può contare su almeno 7 infermieri al Pronto soccorso. L'altra mattina la situazione è precipitata. È bastata un'emergenza per rilanciare un problema di non poco conto.