Nipote brucia le auto dello zio per vendetta. E viene denunciato. A risalire in poche ore all'autore del gesto sono stati i carabinieri della Stazione di Piedimonte San Germano che con l'ausilio dei militari della Compagnia di Cassino hanno condotto un'eccezionale indagine lampo.

L'allarme

L'allarme è stato lanciato nella tarda serata di lunedì, quando una segnalazione inoltrata ai vigili del fuoco di Cassino riferiva di fiamme altissime provenienti dal piazzale di un'attività commerciale di rivendita di auto usate. Due le vetture di grossa cilindrata completamente avvolte dal fuoco. A gettare i residenti nell'angoscia, la presenza a pochi passi della pompa di benzina Tamoil: se le fiamme avessero lambito il distributore le conseguenze sarebbero state terribili. L'opera di spegnimento della 3A di Cassino è stata rapida e ha scongiurato il peggio: messa in salvo la zona abitata, sedate le lingue di fuoco, è iniziata la successiva attività di bonifica. Difficile immaginare che le due vetture avessero improvvisamente preso fuoco da sole. Tanto improbabile che sul posto sono arrivate ben tre pattuglie, con l'ausilio della Scientifica: l'ombra del dolo è divenuta in pochi minuti una certezza. Anche perché a non molta distanza i militari hanno effettuato una scoperta importante: la presenza di una tanica di liquido infiammabile, un accendino e un collant da donna che l'autore del gesto ha utilizzato per appiccare il fuoco azzerando il rischio di essere riconosciuto. Almeno secondo i piani.

La prova

La prova della natura dolosa dell'incendio c'era, oltre ogni ragionevole dubbio. I militari della locale Stazione coordinati dal maresciallo Raucci, della Compagnia di Cassino - agli ordini del maggiore De Luca e del tenente Grio - hanno ricostruito in pochissimo tempo l'intera dinamica dell'episodio incendiario che tanta paura aveva ingenerato nei residenti e che di certo rappresenta un chiaro campanello d'allarme: la rivendicazione del ventenne solo grazie alla prontezza dei vigili non ha coinvolto un'intera zona, a rischio esplosione. Ascoltando testimoni e comparando quanto l'intuito investigativo aveva suggerito e quanto le prove avevano raccontato con alcune foto su Facebook, i carabinieri sono riusciti a risalire all'autore del gesto: il responsabile sarebbe risultato proprio il nipote dei proprietari della rimessa e delle auto divorate dal fuoco. Un atto incendiario posto in essere, sembrerebbe, per continui screzi e incomprensioni tra parenti. Il ventenne è stato denunciato per danneggiamento a seguito di incendio. La ricostruzione è ancora al vaglio degli inquirenti.