I trasporti pubblici non si valutano solo in virtù della loro efficienza, ma anche della sicurezza. Ci tengono a far passare questo messaggio i dipendenti della Geaf, i quali da molto tempo lamentano delle condizioni di lavoro poco agevoli, dovute al continuo confronto con un'utenza, per usare un eufemismo, molto sgarbata.
Le testimonianze parlano di comportamenti chiaramente incivili, quasi sempre da parte dei soggetti immigrati.
«La situazione è diventata insostenibile e noi abbiamo sempre più paura - dichiara M. S., un controllore Geaf che fa luce sulle difficoltà di gestire i migranti sui mezzi di trasporto - Non vogliono mai pagare i biglietti, sono maleducati e si agitano spesso quando gli intimiamo di comprare il tagliando per salire a bordo». Il controllore spiega che le criticità sono evidenti, «siccome spesso queste persone, una volta di non poter salire, alzano i toni, ci insultano, ritardando la partenza dei conducenti. Tendono frequentemente ad usare i mezzi Geaf - continua M. S. - vi salgono continuamente, sfruttando più volte il servizio per tutta la sua durata, che è dalla prima mattinata alla tarda serata. Viaggiano sempre in grandi gruppi e restano seduti per parecchie fermate, sovente rifiutando di lasciar accomodare gli anziani. Poi ci accorgiamo che non hanno pagato la corsa, ma loro fanno finta di nulla».
Il controllore specifica che, «oltre ad essere rumorosi, a schiamazzare abitualmente e a risultare non di rado sprovvisti di biglietto, il problema principale è l'irrequietezza, la facilità con cui si inalberano se stanno per andare incontro ad un multa. Fino ad arrivare, purtroppo, a gesti molto gravi».
Proprio il controllore, infatti, un anno fa è stato colpito in faccia con un ombrello da parte di una donna di colore che voleva a tutti salire sulla navetta. Nell'episodio, accaduto precisamente il 27 giugno 2016, il controllore ha riportato dei danni, seppur non gravi, tanto da dover restare a casa un mese per infortunio. La donna responsabile dell'azione è stata identificata dalle forze dell'ordine.
«Il contesto - dice M. S. - peggiora nelle ore vicine alla chiusura del servizio, quando cala la copertura dei controllori e gli autisti si ritrovano da soli nella circolare assieme a parecchi migranti. In quei momenti riescono di meno a tenere a bada i molesti e anche loro hanno paura». Chiediamo se una possibile soluzione sia quella di consentire il pagamento del tagliando, comunque obbligatorio, anche all'interno del mezzo. M. S. risponde che non è una scelta molto funzionale, anche se qualcuno a volte sceglie di agire così. «Pagare all'interno è possibile ma non rende fluido il lavoro e può creare contrattempi, tra l'altro un biglietto acquistato direttamente al momento dell'ingresso nella circolare costa di più e figuriamoci se i migranti possono accettarlo, siccome in genere cercano di aggirare l'obbligo».
Inoltre, nella testimonianza, si osserva un aspetto: «Multare i migranti serve a poco, perché non si riesce quasi mai a riscuotere la sanzione. Ma se non multiamo i migranti, poi è imbarazzante farlo nei confronti degli italiani. Chiaramente i connazionali lamenterebbero un trattamento con due pesi e due misure».
Il problema è confermato anche da Alessandra Segneri di Filt Cgil, che però evidenzia come per il sindacato non sia agevole trovare modalità di intervento, limitandosi a scrivere lettere con cui richiamare l'attenzione delle istituzioni. «Ma è fondamentale che le cooperative comprino gli abbonamenti», osserva la Segneri.
Secondo l'amministratore delegato di Geaf Egidio Reali, il quale si riferisce a dati stimati e non ufficiali, la percentuale di "evasione" da parte dell'utenza si attesta al 20-30%. Di questo dato, l'incidenza degli utenti immigrati è tra il 16 e il 24%. Numeri preoccupanti, che determinano perdite di circa 90.000 euro.