Il cerchio della Polizia si è stretto attorno al commando di pseudotifosi napoletani che il 15 maggio scorso massacrarono di botte un gruppo di supporter juventini nell'area di servizio "La Macchia Ovest", mandandone sette in ospedale. I primi tre balordi del gruppo, definito dallo stesso giudice delle indagini preliminari da "arancia meccanica", furono individuati e arrestati il 16 giugno, a un mese dal drammatico pestaggio nell'autogrill anagnino.

Ieri la Digos di Frosinone, in stretta collaborazione con la Polizia stradale, ha inferto un altro duro colpo al commando identificando altri quattro aggressori, tutti giovani residenti a Napoli. Per loro sono scattate le misure cautelari del caso: due agli arresti domiciliari, gli altri due con l'obbligo di firma. I dettagli dell'operazione "Macula 2" sono stati illustrati ieri in conferenza stampa dal dirigente della Digos Cristiano Bertolotti e dal comandante della Stradale Vincenzo Lombardo insieme ai loro agenti.

Decisivo l'esame meticoloso delle immagini riprese quella notte nell'autogrill. Ma anche quelle che la stessa sera furono registrate dalle telecamere dello stadio Olimpico di Torino. Gli ultrà del Napoli tornavano infatti dalla trasferta disputata dalla loro squadra nel capoluogo piemontese contro la formazione granata. I tifosi juventini, invece, tutti del Brindisino, tornavano a casa dalla trasferta della Juve nella capitale contro la Roma.

Un "incrocio" finito in dramma. E che senza l'intervento immediato della Polizia sarebbe finito in tragedia. Nella stessa operazione scattata all'alba di ieri la Polizia ha anche perquisito le abitazione dei quattro aggressori raccogliendo indizi precisi che riconducono alla loro presenza la notte del 15 maggio nell'area di sosta. Fu una mattanza, sottolineano gli inquirenti, che sono riusciti a risalire ai colpevoli comparando le immagini riprese all'autogrill con quelle dei tifosi napoletani presenti sugli spalti a Torino. E con gli estremi delle loro tessere. Ora il commando può considerarsi sgominato. La Polizia continua però a indagare su quanti non hanno partecipato al pestaggio ma se ne sono resi complici. Possibili dunque ulteriori sviluppi.