Emergenza siccità mai così grave. In Italia, nel Lazio e anche in provincia di Frosinone. E se non piove la situazione è destinata a peggiorare. Magari non subito, ma in autunno. In Ciociaria non ci sono novità rispetto al quadro disegnato dai vertici di Acea Ato 5 a fine giugno. Non siamo ai livelli di Roma, anche perché il lago di Bracciano non rappresenta una fonte di approvvigionamento per questo territorio. Però il piano di turnazione nei Comuni va avanti e potrebbe anche diventare più severo. Il punto della situazione verrà fatto da Acea Ato 5 la prima settimana di agosto. Nel frattempo i vertici della società che gestisce il servizio idrico fanno sapere che la situazione è monitorata continuamente, anche e soprattutto attraverso la sala operativa.

Stefano Magini, presidente di Acea Ato 5, ha detto nell'incontro con i sindaci «che da parte di Acea c'è la disponibilità massima a fronteggiare ogni tipo di emergenza».
Ma è evidente che la mancanza di pioggia pesa come un macigno. D'altronde le precipitazioni sono ai minimi storici: appena 391 millimetri nel 2017 contro i 1.001 dell'anno precedente. Bisogna pure considerare che nel 2007, che finora era stato l'anno peggiore, i millimetri di pioggia erano stati 742.

Da fine giugno la situazione non è cambiata, anzi. La criticità della portata delle fonti di approvvigionamento in provincia di Frosinone è sotto gli occhi di tutti. D'altronde, le cifre di Acea Ato 5 non lasciano spazio a interpretazioni diverse: 659 litri al secondo a Posta Fibreno, 419 a Tufano, 210 a Capo Fiume, 320 a Canneto, 213 a Capodacqua di Castrocielo. Cinque anni fa la portata complessiva nel mese di giugno era stata di 3.213 litri al secondo, mentre adesso siamo a 3.147 litri al secondo. La situazione appare ancora più critica se si fa il raffronto con il 2016 (3.448 litri al secondo) e con il 2015 (3.585).

L'ingegner Alessandro Zanobini, nel corso del vertice con i sindaci dell'Ambito Territoriale Ottimale, ha spiegato non soltanto che l'andamento della portata di Capo Fiume è in netta discesa, ma che addirittura a febbraio 2018 si potrebbe arrivare a 30 litri al secondo. Con una riduzione di oltre il 90%. Ad agosto verrà fatto un aggiornamento del piano e a quel punto si capirà se dovranno essere adottate misure ulteriori. Fermo restando che in tanti Comuni della provincia di Frosinone la situazione è già complessa.

Antonio Pompeo, presidente della Provincia e dell'Ambito Territoriale Ottimale, rileva: «La situazione resta di emergenza, non c'è dubbio». Dal primo luglio Acea ha potenziato la sala operativa (attiva 7 giorni su 7, dalle 6 alle 21), mettendo in campo anche una task force. Oltre alla mancanza di pioggia, però, si stanno facendo i conti, con le perdite ma pure con gli sprechi. Gli interventi sulle reti effettuati tra il 2015 e il 2016 hanno portato un abbassamento del volume delle perdite superiore ai 2.600.000 metri cubi, come ha rilevato Zanobini.
C'è poi il capitolo riguardante gli agricoltori. Ieri la Coldiretti è tornata a lanciare l'allarme, evidenziando che «è sempre più difficile ricorrere all'irrigazione di soccorso per salvare le produzioni, dagli ortaggi alla frutta, dai cereali al pomodoro da industria, ma anche i vigneti e gli uliveti e il fieno per l'alimentazione degli animali per la produzione di latte che è crollata di circa il 15% anche per il grande caldo».

Appena qualche giorno fa David Granieri, presidente di Coldiretti Lazio, aveva spiegato: «Nelle campagne la pazienza è agli sgoccioli, proprio come l'acqua. La crisi idrica e le turnazioni per irrigare i campi hanno compromesso la qualità delle produzioni sottopagate sul mercato, tanto che i prezzi corrisposti non bastano nemmeno a coprire le spese. Chi ha acqua per irrigare coltivazioni, vigneti e uliveti è costretto a spese aggiuntive per approvvigionarsi di carburante o di energia elettrica per alimentare gli impianti irrigui. Chi irriga un giorno a settimana è rassegnato alla inevitabile perdita del raccolto. Ogni giorno il caldo e la mancanza di acqua bruciano migliaia di ettari seminati a mais, grano, ortaggi e frutta, azzerando ogni prospettiva di reddito e le speranze di recuperare i soldi spesi per le semine. Il riconoscimento della calamità dovrà garantire alle aziende il ristoro dei danni subiti o almeno agevolazioni fiscali, creditizie e l'abbattimento degli oneri contributivi». La lunga estate calda continua in provincia di Frosinone. Il guaio è che, in assenza di piogge, rischia di prolungarsi anche in autunno.