Da Roma a Frosinone per comprare l'auto, coppia di anziani truffata due volte. I due si sono così rivolti alla polizia che è risalita ai presunti autori del raggiro, ora denunciati. Lo scorso mese di ottobre i romani decidono di cambiare la macchina. Attraverso un mediatore, si mettono in contatto con un 35enne ciociaro. È la donna, di 74 anni, a manifestare particolare interesse a una Lancia Y. Riesce allora a convincere il marito a concludere l'affare. Le parti trovano un'intesa a 5.500 euro. Come anticipo i romani versano un po' più della metà, 3.200 euro per l'esattezza. Il venditore allora presenta alla coppia i documenti del passaggio di proprietà, comprovanti appunto la cessione del mezzo. Si tratta di documenti falsi, ma i due anziani loro malgrado lo scopriranno solo a cose fatte. Infatti, in base alla ricostruzione della questura, la documentazione consegnata ai coniugi è di un'agenzia di pratiche auto, la cui titolare, una 36enne originaria del Veneto, è la moglie del venditore.

I romani, però, faticano a entrare in possesso dell'utilitaria. Cominciano a dubitare della consegna del veicolo. A quel punto non resta che verificare al Pra la veridicità dei documenti, ma la scoperta è sconcertante: il passaggio di proprietà è mai avvenuto. I due protestano vibratamente con il venditore che, per tutta risposta, con la scusa di rimediare all'"errore", piazza un secondo colpo. Offre sul piatto una berlina a 11.000 euro. Seppur a malincuore, i due, nella speranza di recuperare quanto versato la prima volta, decidono di accettare. Ma sono tenuti a versare un nuovo acconto, questa volta di 2.500 euro. Ma questa volta chiedono una garanzia al venditore che presenta loro un assegno di pari importo a firma della moglie. Ma neanche questa volta l'affare va in porto. L'auto non arriva e i coniugi capitolini decidono di procedere con l'incasso del titolo. Altra sorpresa: la banca rifiuta di pagare perché la firma è, appositamente, illeggibile. I due allora presentano una querela. Del caso se ne occupano gli agenti delle volanti che si mettono sulla traccia del venditore e della consorte. Acquisiti elementi utili alle indagini, gli agenti decidono di procedere a una denuncia per truffa e intestazione fittizia nei confronti del ciociaro e della moglie.