Monitoraggio delle acque nel bacino del fiume Sacco, delibera pubblicata sul bollettino ufficiale della Regione. Obiettivo dello studio è valutare lo stato di inquinamento delle falde.
Nel provvedimento si dà atto dello stato di emergenza della valle, «in ordine alla situazione di crisi socio-economico-ambientale». E che «il commissario delegato ha competenza esclusiva per le attività di messa in sicurezza, caratterizzazione, bonifica e ripristino ambientale, ivi compresa la predisposizione e l'approvazione dei relativi progetti». Si ricorda come siano «state interdette all'uso agricolo e zootecnico: le aree esondabili con periodo di ritorno inferiore ai 30 anni e le porzioni di territorio rientranti nella fascia di 100 metri dall'argine del fiume, salvo che venga superato un dislivello altimetrico superiore a 5 metri». Nel bacino del Sin sono confluiti, «applicando il principio della massima cautela» altri territori, cui applicare «le misure restrittive» per l'utilizzo delle aree. Si tratta di Frosinone, Patrica, Ceccano, Castro dei Volsci, Pofi, Ceprano e Falvaterra che vanno ad aggiungersi agli altri centri del Sin per un totale di 19 (Anagni, Arce, Artena, Colleferro, Ferentino, Gavignano, Morolo, Paliano, Pastena, Segni, Sgurgola e Supino).
Il provvedimento certifica che «nel corso di decenni, la produzione di sostanze chimiche nei complessi industriali della Valle del Sacco è stata accompagnata dalla produzione di ingenti quantità di residui di lavorazione, il cui smaltimento ha rappresentato e rappresenta tutt'oggi un elemento di forte rischio ambientale, specie per la contaminazione diffusa di betaesaclorocicloesano». Ma non solo ci sono anche «arsenico, fitofarmaci e metalli».
Dai «vari incontri svoltisi in tema nell'ambito del tavolo di programmazione degli interventi del Sin», come richiesto dal ministero dell'Ambiente, «è emersa la necessità di provvedere al campionamento delle acque ad uso potabile e dei pozzi di emungimento ad uso irriguo e domestico presenti nelle aree perimetrate, volto a valutare lo stato di inquinamento delle falde, tramite prelievo ed analisi relativamente ad una serie di inquinanti». I campionamenti saranno effettuati dalle Asl, secondo le modalità indicate dall'Arpa. Per garantirne lo svolgimento in tempi certi, si è ritenuto provvedere allo schema di convenzione da parte della direzione regionale valutazioni ambientali e bonifiche. Sarà quest'ultima a redigere la convenzione tra Regione, Arpa Lazio, Asl Frosinone e Asl Roma 5.
Da uno studio sul betaesaclorocicloesano era emerso che le popolazioni che vivono vicino al fiume Sacco per anni sono state avvelenate dal cibo. In base al monitoraggio del dipartimento di epidemiologia del servizio regionale sanitario si è accertato che «gli alimenti di produzione propria e/o locale che sono risultati un fattore di rischio sono: il formaggio, le uova, la carne di pollo, di manzo, di maiale, di pecora, la verdura fresca e cotta».