Corruzione, abuso d'ufficio, truffa aggravata, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici. Nella rete dei carabinieri del Nucleo Investigativo del reparto operativo del Comando Provinciale di Caserta sono finite 12 persone, tra cui un cinquantacinquenne residente a Cassino.
L'uomo di origini campane, vive e lavora nella città martire dove gestisce un'agenzia di servizi, quelle in cui i professionisti, avvocati, notai, commercialisti, si recano per ottenere visure catastali o ipotecarie.
Secondo le indagini dei militari di Caserta che hanno operato in stretta collaborazione con la Direzione Centrale AUDIT dell'Agenzia delle Entrate di Roma, il cinquantacinquenne faceva parte del sistema corruttivo, dove ognuno aveva un ruolo ben definito. In particolare, a lui (che è destinatario del divieto temporaneo di esercitare l'attività professionale e non è stato arrestato), si rivolgevano professionisti, il denaro, però, non finiva nelle casse dello Stato ma nelle tasche dei funzionari della provincia di Caserta che lavoravano presso l'Agenzia delle Entrate e gestivano il sistema fuorilegge.
Gli uomini dell'arma di Caserta hanno eseguito un'ordinanza di applicazione di misura cautelare nei confronti di 12 persone (3 custodie in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 4 divieti di dimora e 3 divieti temporanei di esercitare attività professionali), emessa dal Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.

Come funzionava

Da una prima attività istruttoria svolta analizzando le richieste di ispezioni ipotecarie effettuate in un arco temporale ridotto da alcuni dipendenti dell'Ufficio di Santa Maria Capua Vetere, è stato riscontrato un numero sproporzionato di visure ad "uso ufficio" ed esenti rispetto al totale di quelle eseguite regolarmente, situazione questa alquanto anomala.
Il complesso delle investigazioni, avvenute tramite intercettazioni telefoniche ed ambientali, nonché con l'utilizzo di video riprese e di riscontri documentali ha permesso di svelare l'esistenza di un vero e proprio sistema criminale.
Il richiedente otteneva senza il versamento della relativa imposta di bollo e senza passare per l'apposito sportello per la ricezione del pubblico, la documentazione richiesta. Tale sistema era così ben consolidato che raramente gli impiegati corrotti si vedevano costretti a chiedere esplicitamente l'illecito pagamento, essendo ormai divenuta prassi il versamento "in nero" della quota relativa alla prestazione fornita.

Gli introiti

Le attività di indagine hanno permesso di accertare un introito mensile "in nero" da parte dei dipendenti pubblici coinvolti di migliaia di euro e un analogo risparmio da parte dei professionisti che richiedevano la documentazione. Tale circostanza trova peraltro conferma nel fatto che lo stesso capo ufficio, nel corso di una conversazione intercettata, riferisce al collega come, grazie a questi introiti extra, riesca a pagare il proprio mutuo.

Il modus operandi

Alcuni indagati alteravano le certificazioni cancellando con il liquido correttore le sigle dell'operatore e la dicitura "uso ufficio" o "esente" (automaticamente generata dal sistema per tutte le richieste che non prevedono versamenti delle tasse ipotecarie), rendendole così fruibili in tutte le procedure amministrative e giudiziarie. Altri, invece, riproducevano le immagini delle pagine dei registri riportanti i dati d'interesse, trasmettendole poi via mail o attraverso il telefono cellulare.
In altri casi si è acclarato come uno degli indagati abbia prodotto della documentazione ad hoc, riproducendo false richieste da parte delle Forze di Polizia per giustificare l'accesso ai sistemi telematici e la stampa di certificati "esenti" riguardanti immobili ubicati anche in altre province del territorio nazionale, privandole, quindi, del protocollo informatico e della data.

I clienti

La mole di documentazione acquisita, supportata dalle intercettazioni delle comunicazioni, ha evidenziato un ingente numero di episodi criminali in cui sono coinvolti anche importanti professionisti campani e laziali, in tutto 23 persone. Avvocati, visuristi, geometri, ingegneri, commercialisti e dipendenti di studi notarili hanno usufruito degli illeciti servizi effettuati dei dipendenti pubblici corrotti