Luce dei popoli, immagine gloriosa, oggi offuscata da tristi vicende. L'abbazia, lo sa, "succisa virescit", ma intanto non è affatto facile gestire, ogni volta, situazioni controverse.

La storia e le storie

Un faro per l'umanità, capace di illuminare secoli bui, convinzioni stantie, paradossi e storture della storia. Un faro che ha aperto le menti e attirato, ieri come oggi, intellettuali come regnanti,imprenditori come pontefici non dimenticando mai che la vera missione è rivolta al popolo. L'esempio è sempre stato un "maestro" più eloquente della parola. Dapprima quello di Benedetto, poi quello incarnato dai suoi successori come pure dai suoi monaci. Abiti poveri, cibo stabilito dalla regola e viaggi e visite esterne limitate alla vocazione. E poi la preghiera scandita dalle "ore" della giornata, a partire dall'alba. Talmente fulgido come esempio che si narra che i cassinati, tutti impolverati dalle macerie belliche, dicevano ai"politici" impegnati nella ricostruzione: prima l'abbazia.

Ecco il mondo benedettino è sintetizzato da quel "nulla anteporre all'amore di Cristo", che il santo patrono d'Europa cita nel prologo della sua povera "summa" lasciata ai discepoli. Oggi il mondo si rovescia e i riflettori - negli ultimi anni - si sono accesi per tutt'altre "glorie". Tra presunti scandali e ferite profonde.

Capitolo primo: la scissione

Già la scissione della diocesi appare come un presagio nefasto. Ma prima ancora ci sono altri segni premonitori di grandi cambiamenti. Lo storico abate don Bernardo D'Onorio sta per festeggiare i 25 anni alla guida della sua Montecassino quando viene "promosso" arcivescovo di Gaeta: era il settembre 2007. I malevoli parlano di "promoveatur ut amoveatur" e bisbigliano il nome del successore. Per lui, che dall'età di 13 anni è entrato in monastero, è quasi uno choc. La comunità monastica, a sua volta, resta stordita ma, abituata ad affidarsi alle sole mani di Dio, elegge un altro uomo alla sua guida.

Il 25 ottobre 2007 il capitolo di Montecassino chiama Pietro Vittorelli a vestirei panni di 191º abate. Lui appare una giovane promessa del monachesimo e delle alte sfere religiose, tant'è che il 24 maggio 2009 riceve la visita di Benedetto XVI a Cassino e Montecassino. Al suo fianco vuole uno dei monaci più giovani, don Antonio Potenza. Lui e il segretario sono spesso insieme, in abbazia come nella diocesi. Ma nel mese di maggio 2012, don Pietro viene colpito da una scompenso cardiaco e nel giugno 2013 si dimette.

L'abbazia continua a vivere e a gestire un territorio enorme che annovera 53 parrocchie e circa 80.000 battezzati. Ma il 3 ottobre 2014 papa Francesco, applicando il motu proprio Catholica Ecclesia, riduce il territorio dell'abbazia territoriale alla sola chiesa abbaziale e al monastero, con le immediate pertinenze. Il resto passa alla diocesi di Sora. Un altro choc, una ferita davvero difficile da rimarginare dopo secoli di gestione in cui la gente è abitata ad avere un abate-vescovo. Pian piano, grazie alla collaborazione di tutti - popolo e autorità ecclesiastiche - ci si incammina verso un percorso nuovo.

Lo scandalo Vittorelli

Ma arriva lo scandalo Vittorelli a togliere il sonno. È il novembre 2015 quando i cassinati vivono il risveglio più amaro dal dopoguerra in poi. Sono i magistrati romani a sganciare la bomba: l'ex abate di Montecassino si sarebbe indebitamente appropriato di risorse destinate a finalità di culto e a opere caritatevoli. La somma contestata è di circa 500.000 euro. Per giorni non si parla d'altro. Per giorni le testate nazionali e internazionali seguono il caso, parecchie sono "accampate" sotto le mura del monastero. Circola di tutto, accuse pubbliche e spezzoni di vita privata. Per la comunità monastica è una dura prova, per i cassinati una immagine nefasta che trascina il nome della propria città nel fango. Per tanti fedeli un momento di disorientamento.

Ci vuole tempo, tanto tempo, per rialzarsi. Per iniziare a dimenticare. E l'attuale abate Ogliari riesce a guidare la comunità nel silenzio e nell'umiltà, riportando pian piano fiducia nei cuori delle persone. Opera ammirevole anche quella del "nuovo"vescovo Gerardo Antonazzo che si fa amare da tutti, soprattutto dagli "ultimi". A rinverdire la memoria collettiva ci pensano ancora una volta i magistrati: il 26 giugno di quest'anno dom Pietro viene rinviato a giudizio per appropriazione indebita. Una partita legale ancora da giocare ma, anche, un riacutizzarsi del dolore.

Nozze inglesi, choc cassinate

Passano pochi giorni e arriva un'altra tegola. Il suo fedele segretario, don Antonio Potenza, si sposa a Westminster con una ragazza. Monaco e sacerdote sceglie la chiesa anglicana e corona il suo sogno d'amore. A dicembre 2015 è partito per Londra per perfezionare la lingua in vista della laurea. Da quel momento poche apparizioni e le prime voci. Alla fine, la verità: le nozze nell'abbazia inglese per mano del dean John Hall. Altra "novità" per una comunità che si ancora intorno ai propri punti di riferimento terreni. Nozze con pochi amici e basta. Nozze che hanno attirato auguri e critiche. Nozze che non potevano non calamitare inevitabile attenzione per un personaggio pubblico.

Parla l'abate

Non è più un monaco di Montecassino? «Inevitabilmente no, avendo fatto questo passo». Era una figura di riferimento... «La sua - risponde subito l'abate Ogliari - è, ovviamente, una scelta libera e personale». Lei sta guidando una comunità con umiltà e coraggio, una abbazia che deve, in qualche modo, rinascere, un fatto del genere non ha un riverbero per il monastero... «Chiaramente - dichiara l'abate - il fatto ci rammarica perché si tratta di un fratello che ha lasciato la Comunità quando quest'ultima stava attraversando momenti difficili… Tuttavia siamo rispettosi delle sue scelte. Bisogna andare avanti,testimoniando al meglio la bellezza della nostra vocazione monastica».