Tutelare l'occupazione e continuare così a garantire la sicurezza della rete autostradale del Paese. È l'obiettivo dello sciopero dei lavoratori delle concessionarie autostradali, proclamato per oggi (lunedì 10 luglio) da Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. "L'approvazione del nuovo Codice Appalti - spiegano in una nota – rischia di determinare a breve il licenziamento dei 3 mila dipendenti delle società impegnate nella manutenzione e progettazione delle autostrade, perché le nuove norme hanno introdotto per le concessionarie un limite nell'esecuzione diretta dei lavori".
Il grido d'allarme dei sindacati era stato recepito nel decreto correttivo, nel quale la manutenzione era stata esclusa dalle percentuali di attività da affidare con gara. Invece il testo finale, a sorpresa e contro il parere dello stesso ministero dei Trasporti, ha ripristinato l'obbligo di mettere in gara l'80 per cento dei lavori dei concessionari autostradali.
Lo sciopero si è sviluppato attraverso presìdi in quattro punti della rete autostradale: a Tortona (provincia di Alessandria) Firenze, Pescara e Frosinone. Qui, le zone interessate, con pesanti rallentamenti alla circolazione stradale, sono stati la Monti Lepini e il Casello A1 che per alcuni momenti è stato anche chiuso in entrambe le direzioni per evitare problemi di sicurezza.
"Ci dispiace - hanno anticipato in proposito i manifestanti in una nota diffusa in mattinata - per eventuali rallentamenti al traffico e per i conseguenti disagi per gli automobilisti, ma ci preme far sapere che qui non si tratta unicamente di evitare un vero disastro sociale per 3 mila famiglie, ma ne va anche della qualità del lavoro e delle prestazioni effettuate nella manutenzione delle autostrade" accusano Feneal, Filca e Fillea: "Il rischio è che ad assicurare le manutenzioni siano aziende non qualificate, con seri problemi di sicurezza per i milioni di automobilisti che utilizzano le nostre autostrade".
Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda ha convocato i sindacati venerdì 14 luglio (alle ore 10) per affrontare la questione.