Migliorano le condizioni di Danilo Carlini che continua a rispondere positivamente alle terapie dei medici del San Camillo di Roma che stanno valutando l'ipotesi di un intervento chirurgico. All'ospedale della capitale era stato trasportato in elicottero dopo essere rimasto coinvolto nel terribile schianto di domenica scorsa all'incrocio tra via Piscina Scura e via della Segheria nei pressi di Borgo Grappa e di Borgo Isonzo. Vi era arrivato in condizioni critiche e politraumatizzato tanto da essersi reso necessario il ricovero in terapia intensiva.

In auto con lui viaggiava la ventisettenne fidanzata, Gina Turriziani Colonna, che a quell'incrocio "ha lasciato" la sua giovane vita gettando nel dolore più cupo e inconsolabile la sua famiglia. Oggi alle dodici il conferimento dell'incarico al medico legale per l'esame autoptico. Intanto i familiari di Danilo Carlini, per tutelare la posizione del trentunenne, hanno dato incarico legale all'avvocato Stefano Tiberia. Danilo, come Vincenzo Vartolo, alla guida dell'altra auto coinvolta nello scontro, è indagato per il reato di omicidio stradale. La dinamica dell'incidente mortale è ancora in fase di accertamento, ma i loro nomi sono scritti nero su bianco nella prima informativa arrivata al sostituto procuratore Giuseppe Miliano. Dai riscontri della polizia locale emergerebbe, ad oggi, un concorso di responsabilità: l'Alfa Romeo Mito guidata dal fidanzato della vittima viaggiava a velocità sostenuta, mentre la Fiat 500L condotta da Vincenzo Vartolo non si sarebbe fermata allo stop.

Intanto al San Camillo di Roma non smette il via vai degli amici di Danilo che continuano così ad "abbracciare" con il loro affetto il trentunenne e i suoi familiari.

La bacheca listata a lutto, decine di foto della figlia, di Gina: mamma Mirella da tre giorni ha smesso di vivere, il suo cuore si è spezzato, ha cessato di battere, come quello della sua adorata figliola, morta in quel maledetto incrocio alle porte di Latina poco prima dell'ora di pranzo di domenica. Un dolore indicibile, come solo può essere quello di una madre, di un genitore, che perde un figlio. Da giorni Mirella scrive a Gina sulla sua bacheca Facebook, dove in migliaia postano commenti di condoglianze e vicinanza alla famiglia, per la madre, il padre e la sorella di due anni più grande di Gina. Mirella l'ha fatto anche questa mattina presto, probabilmente appena aperti gli occhi, per dare sfogo a quel dolore che pesa come un macigno sul suo petto e non la fa respirare. Una lettera toccante, che fa piangere e tocca le corde del cuore di chiunque. 

"Piccola mia. Hai smesso di esserci - scrive mamma Mirella - ma mai dentro di me, nei miei pensieri, nell'anima, dentro al mio cuore. Era sempre un cuore l'emoji che mamma ti inviava spesso, alla fine dei nostri messaggi. Il tuo ora non batte più, il mio si è spezzato. Resto seduta sui miei pensieri ad ascoltare il tuo silenzio, mentre le immagini scorrono lente del tuo ricordo. Resto ad ascoltare la tua voce nei messaggi vocali che iniziano sempre con la parola: "MAMMA". Resto ancora affascinata dalla tua bellezza, dentro e fuori di te, dal tuo sorriso, dalle tue risate... Poi mi immergo in un'altra dimensione, fatta dei tuoi sogni, dei tuoi desideri, dei tuoi progetti, delle tue certezze: "Mamma, un giorno ti porterò con me, via da qui" ... hai mantenuto anche la tua ultima promessa: io ora sono con te, sempre e per sempre. Ma rimango ancora ad aspettarti... dove sei? Torna dalla tua mamma... ma tu non tornerai mai più, in questo mondo di disperazione, di solitudine, di ingiustizie, di buio... dove tutto ora spaventa e tutto ora fa paura".

di: La Redazione

Si profila un vero e proprio braccio di ferro, a colpi di perizie, sulle responsabilità dell'incidente in cui domenica ha perso la vita Gina Turriziani Colonna, ventisettenne studentessa di Frosinone. Il giovane di Aprilia che sedeva al volante della Fiat 500L, entrata in collisione con l'Alfa Romeo Mito del fidanzato della vittima, Danilo Carlini di Ceccano, aveva reso alla Polizia Locale una dinamica che non trova riscontro nei rilievi degli agenti. Una posizione che il consulente di parte intende portare avanti e sottoporre all'esame della Procura.

Entrambi gli automobilisti sono finiti sul registro degli indagati per il reato di omicidio stradale, ma non si tratta di un atto dovuto. La ricostruzione della Polizia locale ha fatto emergere infatti un concorso di responsabilità. Secondo gli agenti, l'auto sulla quale viaggiava la vittima percorreva via della Segheria, quindi aveva la precedenza all'incrocio, ma procedeva a velocità eccessiva. L'altra vettura, la monovolume Fiat, sempre stando alla ricostruzione della Polizia Locale, arrivava invece da via Piscina Scura e non avrebbe rispettato lo stop.

Il conducente della 500L sostiene il contrario, ovvero che era lui, in compagnia degli altri tre giovani di Aprilia e Albano, a percorrere via della Segheria e di essere stato centrato in pieno dalla Mito che, secondo la sua versione, correva e non avrebbe rispettato lo stop. Una disparità, quella tra la testimonianza e i rilievi, che ha portato il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell'inchiesta, a nominare un consulente tecnico per fugare ogni dubbio con una perizia cinematica. Ma stando alle informazioni trapelate finora, gli accertamenti effettuati dagli agenti all'indomani dell'incidente sembrano confermare la loro versione.

Intanto, oggi a mezzogiorno il pubblico ministero Miliano affiderà l'incarico al medico legale per eseguire l'autopsia sul corpo di Gina Colonna Turriziani. In un secondo momento e dopo che l'esame sarà concluso, il corpo sarà dissequestrato e affidato ai familiari per i funerali. All'esame autoptico, che si svolgerà nell'obitorio del Santa Maria Goretti di Latina, sarà presente anche il legale della famiglia Colonna Turriziani, l'avvocato Nicola Ottaviani.

Incredibile, comunque, la frequenza con cui si registrano incidenti in quel punto della periferia di Latina, l'incrocio tra via della Segheria e le strade secondarie Piscina Scura e Zi Maria, ne fanno uno dei più pericolosi del capoluogo. Ieri mattina, a distanza di due giorni dalla tragedia costata la vita alla studentessa di Frosinone, quello stesso crocevia ha fatto da scenario a un altro violento incidente stradale, praticamente con la stessa dinamica dello scontro mortale di domenica.

«Non se può più» commentano i residenti, testimoni diretti della drammatica escalation senza fine e impegnati da anni in una battaglia per la messa in sicurezza dell'incrocio maledetto. Problema ricorrente è l'alta velocità, specie se abbinata alla distrazione: la maggior parte degli automobilisti coinvolti negli incidenti in quel punto non si era resa conto di trovarsi nel bel mezzo di un incrocio. Insomma, è fuori discussione che la pericolosità di quell'incrocio sia dovuta ai comportamenti di guida degli utenti della strada. Eppure l'intersezione di via della Segheria è segnalata con semaforo lampeggiante e cartelli, ma coloro che frequentano spesso la zona osservano che la segnaletica non è ottimale: quella orizzontale è ormai quasi cancellata e i segnali che informano gli automobilisti sulla pericolosità dell'intersezione si trovano troppo a ridosso del crocevia. Carenze che tuttavia non devono costituire un alibi per i più spericolati, anzi sottolineano quanto sia doverosa la prudenza alla guida.

di: A.R.