Si profila un vero e proprio braccio di ferro, a colpi di perizie, sulle responsabilità dell'incidente in cui domenica ha perso la vita Gina Turriziani Colonna, ventisettenne studentessa di Frosinone. Il giovane di Aprilia che sedeva al volante della Fiat 500L, entrata in collisione con l'Alfa Romeo Mito del fidanzato della vittima, Danilo Carlini di Ceccano, aveva reso alla Polizia Locale una dinamica che non trova riscontro nei rilievi degli agenti. Una posizione che il consulente di parte intende portare avanti e sottoporre all'esame della Procura.

Entrambi gli automobilisti sono finiti sul registro degli indagati per il reato di omicidio stradale, ma non si tratta di un atto dovuto. La ricostruzione della Polizia locale ha fatto emergere infatti un concorso di responsabilità. Secondo gli agenti, l'auto sulla quale viaggiava la vittima percorreva via della Segheria, quindi aveva la precedenza all'incrocio, ma procedeva a velocità eccessiva. L'altra vettura, la monovolume Fiat, sempre stando alla ricostruzione della Polizia Locale, arrivava invece da via Piscina Scura e non avrebbe rispettato lo stop.

Il conducente della 500L sostiene il contrario, ovvero che era lui, in compagnia degli altri tre giovani di Aprilia e Albano, a percorrere via della Segheria e di essere stato centrato in pieno dalla Mito che, secondo la sua versione, correva e non avrebbe rispettato lo stop. Una disparità, quella tra la testimonianza e i rilievi, che ha portato il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell'inchiesta, a nominare un consulente tecnico per fugare ogni dubbio con una perizia cinematica. Ma stando alle informazioni trapelate finora, gli accertamenti effettuati dagli agenti all'indomani dell'incidente sembrano confermare la loro versione.

Intanto, oggi a mezzogiorno il pubblico ministero Miliano affiderà l'incarico al medico legale per eseguire l'autopsia sul corpo di Gina Colonna Turriziani. In un secondo momento e dopo che l'esame sarà concluso, il corpo sarà dissequestrato e affidato ai familiari per i funerali. All'esame autoptico, che si svolgerà nell'obitorio del Santa Maria Goretti di Latina, sarà presente anche il legale della famiglia Colonna Turriziani, l'avvocato Nicola Ottaviani.

Incredibile, comunque, la frequenza con cui si registrano incidenti in quel punto della periferia di Latina, l'incrocio tra via della Segheria e le strade secondarie Piscina Scura e Zi Maria, ne fanno uno dei più pericolosi del capoluogo. Ieri mattina, a distanza di due giorni dalla tragedia costata la vita alla studentessa di Frosinone, quello stesso crocevia ha fatto da scenario a un altro violento incidente stradale, praticamente con la stessa dinamica dello scontro mortale di domenica.

«Non se può più» commentano i residenti, testimoni diretti della drammatica escalation senza fine e impegnati da anni in una battaglia per la messa in sicurezza dell'incrocio maledetto. Problema ricorrente è l'alta velocità, specie se abbinata alla distrazione: la maggior parte degli automobilisti coinvolti negli incidenti in quel punto non si era resa conto di trovarsi nel bel mezzo di un incrocio. Insomma, è fuori discussione che la pericolosità di quell'incrocio sia dovuta ai comportamenti di guida degli utenti della strada. Eppure l'intersezione di via della Segheria è segnalata con semaforo lampeggiante e cartelli, ma coloro che frequentano spesso la zona osservano che la segnaletica non è ottimale: quella orizzontale è ormai quasi cancellata e i segnali che informano gli automobilisti sulla pericolosità dell'intersezione si trovano troppo a ridosso del crocevia. Carenze che tuttavia non devono costituire un alibi per i più spericolati, anzi sottolineano quanto sia doverosa la prudenza alla guida.