Lo scandalo Vittorelli a distanza di anni fa ancora tremare la città. Le reazioni alla notizia del rinvio a giudizio dell'ex abate di Montecassino hanno generato numerose reazione davanti ai bar, sui social, nei Palazzi dell città martire.
C'è chi lo difende senza ombra di incertezza o dubbio, dom Pietro non si sarebbe impossessato di nulla, il mezzo milione di euro oggetto della vicenda legale non sarebbe mai transitato nelle mani dell'ex abate. C'è chi invece punta il dito e accusa senza mezzi termini, quei soldi sarebbero stati presi e usati per motivi personali.

La questione infiamma i social e commenti e posti si susseguono sui profili dei cassinati. Molti fedeli sono ancora turbati e amareggiati per lo scandalo che circa due anni fa colpì l'alto prelato riversandosi su tutto il territorio e compromettendo, almeno a parole, la casa di san Benedetto e la diocesi.
Gli ultimi sono stati anni duri per la comunità cassinate solo tanti dolori, la scissione della diocesi dal monastero, l'unione con i territori di Sora, Aquino e Pontecorvo, quasi due anni di transizione in abbazia con un reggente che arrivò da Subiaco, la perdita, per molti fedeli, di un punto di riferimento importante. Una ferita per molti ancora aperta.

Per altri invece c'è solo tanta rabbia e delusione per le vicissitudini venute allo scoperto che riguarderebbero la vita privata dell'abate, vicende personali che si sono proiettate su un uomo pubblico. Soldi, lussi, vizi per un Robin Hood al contrario. L'ultima parola spetterà alla legge, prima udienza il 10 ottobre. È plausibile che il vescovo Antonazzo sarà chiamato come teste in aula, per rispondere, si ipotizza, riguardo ai conti della diocesi.