Il senatore Domenico Scilipoti è stato condannato dal Tribunale di Frosinone per un conto non pagato. I fatti risalgono al 2013, quando il senatore Scilipoti scelse il lussuoso Grand Hotel Palazzo della Fonte per celebrare la prima convention nazionale del movimento "Il futuro della politica giovanile in Italia". E alla luce della recente condanna del Tribunale di Frosinone, il titolo dell'evento assume una connotazione a dir poco ironica.

Infatti l'ex senatore di Forza Italia, dopo aver scelto il lussuoso hotel fiuggino, ha però dimenticato di pagare il conto, circa diecimila euro, il che ha inevitabilmente fatto sì che, dopo una serie di solleciti di pagamento, nessuno dei quali andato a buon fine, la proprietà del Grand Hotel è stata costretta ad adire le vie legali per mezzo dell'avvocato Giorgio De Santis.

Nei giorni scorsi il giudice Daniela D'Auria, accogliendo le richieste dell'avvocato de Santis, ha respinto l'opposizione al decreto ingiuntivo emesso nei confronti del senatore Scilipoti, dichiarandolo esecutivo. Come se non bastasse, Scilipoti è stato pure condannato ai sensi dell'articolo 96 del codice di procedura civile a un risarcimento danni in favore della struttura alberghiera, avendo il Tribunale ritenuto anche che egli abbia agito in giudizio e apprestato le sue difese poco correttamente. Se a tutto questo aggiungiamo che Scilipoti è stato condannato pure a farsi carico di tutte le spese legali del giudizio, ne consegue un importo quasi triplicato rispetto alla somma originariamente dovuta.

Tanto per restare in tema di esempi da offrire ai giovani, va ricordato che alla fine dell'evento in questione un assegno per saldare il conto fu emesso in favore del Palazzo della Fonte, peccato però che risultò scoperto. Del fatto fu subito informato il senatore Scilipoti, il quale sostenne che lui era presente all'evento solo in veste d'invitato. Ma il legale della lussuosa struttura, con certosina perizia, è riuscito a dimostrare che Scilipoti in tutto questo c'entrava eccome, anche perché in quella fase aveva preteso che la fattura fosse intestata a lui, rassicurando la proprietà sul pronto pagamento. Così si spiega perché nel condannarlo il giudice del Tribunale di Frosinone parla di "temerarietà" e " colpa grave". Davvero un esempio con i fiocchi per i giovani che scelgono di impegnarsi in politica.