Aveva inneggiato alle recenti stragi dei paesi del Nord Europa: quella registrata a Parigi, e poi Manchester e in Germania soprattutto. Un periodo difficile, con una media di tre attentati solo negli ultimi 20 giorni. E ogni volta che un attacco veniva rivendicato dalle compagini estremiste, il tunisino detenuto a Cassino non provava neppure a celare il suo compiacimento, abbandonandosi a veri e propri festeggiamenti all'interno del San Domenico. Atteggiamenti da tempo osservati a distanza dalla Digos: la polizia non ha mai abbassato
la guardia, monitorando costantemente la presenza di soggetti ritenuti vicini all'Islam radicale. Fuori e dentro il carcere, dove il rischio radicalizzazione è altissimo.

Ieri (con un provvedimento sostitutivo del fine pena) il detenuto tunisino è stato espulso e accompagnato direttamente dai poliziotti della Questura di Frosinone, ufficio Immigrazione. Già dal periodo di detenzione nel carcere di Viterbo il tunisino aveva dato evidenti segni del progressivo convincimento della sua professione di fede, arrivando ad incitare alla rivolta altri musulmani e dimostrando atti di insofferenza nei confronti di chi non era di religione musulmana. Prese di posizione divenute via via più violente. Tanto da disporne la reclusione a Cassino, che continua ad essere un carcere di destinazione per trasferimenti disciplinari.

A chiudere il cerchio sul tunisino e sulla sua propaganda sono stati gli agenti della Digos della Questura di Frosinone che hanno confermato le iniziali ipotesi investigative: anche durante quel periodo, prima del suo arrivo a Cassino, i motivi che avevano turbato l'ordine all'interno della struttura detentiva erano legati proprio alla sua radicalizzazione estremista. E alla sua spiccata propensione a fare proseliti.