Franco Castagnacci, uno degli otto indagati per l'omicidio di Emanuele Morganti, è stato arrestato con l'accusa di spaccio di droga.

L'operazione

Giovedì, poco prima delle 20, durante una delle operazioni per contrastare il fenomeno dello spaccio di sostanze stupefacenti, l'uomo è caduto nella rete dei militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della locale Compagnia diretta dal maggiore Antonio Contente. Dopo averlo bloccato per un controllo, i carabinieri gli hanno trovato addosso circa sedici grammi di cocaina e dalla successiva perquisizione domiciliare è sbucato fuori anche l'occorrente per confezionare le dosi. A quel punto il cinquantenne è stato portato prima in caserma, dove è rimasto per ulteriori verifiche e accertamenti, e poi condotto nel carcere di Frosinone.

Visto il ponte festivo, l'udienza di convalida dovrebbe svolgersi lunedì. Un arresto che è subito rimbalzato sui social scatenando una marea di reazioni. Una vicenda che nulla a che a fare con l'omicidio di Emanuele Morganti, va sottolineato, ma visto Franco Castagnacci è fra gli otto indagati ed è il padre di Mario, tuttora in carcere, la notizia ha avuto subito un grande clamore.

L'omicidio Morganti

Ovviamente il fatto ha riacceso l'attenzione di tutti sulle indagini dell'omicidio di Emanuele Morganti, il ventenne pestato brutalmente nella notte tra il 25 e 26 marzo e poi deceduto per le gravi ferite riportate il giorno successivo. Una morte su cui amici e familiari attendono a breve novità, ma non solo loro. Al momento tre persone sono in carcere e altre cinque sono indagate con l'accusa di omicidio. Ma sui ruoli, movente e arma del delitto sarà l'inchiesta del pool di magistrati, il procuratore Giuseppe De Falco e i sostituti Adolfo Coletta e Vittorio Misiti, con la Compagnia di Alatri diretta dal maggiore Antonio Contente, a fare chiarezza.

Fondamentale per questo sarà l'esito e la relazione dell'autopsia. Sono trascorsi settanta giorni ormai da quel maledetto pestaggio che ha distrutto una famiglia e dilaniato un'intera comunità. Intanto, in questi due mesi sono proseguite le testimonianze di affetto per il giovane Emanuele e di vicinanza ai suoi familiari. Testimonianze concrete fatte di iniziative scolastiche, intitolazioni di aule e manifestazioni. Tutte nel segno del ricordo e con l'obiettivo di chiedere verità e giustizia.