Ucciso da una coltellata tra il collo e le costole. Un colpo violento che gli è stato fatale. La vittima è Felice Lisi, 24 anni, originario di Cassino, da qualche tempo viveva in un'abitazione paterna, tra Ceprano e Arce, a ridosso della centrale elettrica collegata al vicino lago di Collemezzo. E proprio in quella casa, ridotta a una discarica, in via Guardaluna, intorno alle 11.45 di ieri, è avvenuto il dramma. La morte è avvolta nel mistero.Gli investigatori stanno infatti accertando se si tratti di un omicidio o di un atto di autolesionismo. Il giovane era senza vita, a terra, con un coltello a pochi centimetri di distanza. Accanto a lui, in stato di choc, la fidanzata, Pamela Celani, 27 anni, di Cassino.

Proprio lei ha chiamato i soccorsi, precipitandosi da un vicino, chiedendo aiuto, spiegando che il ragazzo si era procurato dei tagli sul corpo e che era agonizzante. Gli investigatori non lasciano trapelare nulla, ma al momento l'unica indiziata è la donna.
Non si esclude neanche una lite tra i due finita male. Altre ipotesi potrebbero essere legate all'autolesionismo o a un'aggressione da parte di qualcuno entrato in casa, ma saranno le indagini e l'autopsia a fugare ogni dubbio.

La ricostruzione

Tutto è accaduto prima di mezzogiorno e una tranquilla stradina in aperta campagna, in via Guardaluna, si è trasformata in un luogo dell'orrore. Gli uomini dell'Arma hanno raggiunto l'ultima abitazione. E, una volta entrati in casa, hanno trovato il corpo senza vita di Felice. I medici, chiamati per prestare soccorso, non hanno potuto far altro che constatare il decesso. Oramai per il ragazzo non c'era più nulla da fare. La coltellata sotto il collo non gli ha lasciato scampo. Il personale del 118 è dovuto intervenire anche per soccorrere la fidanzata. Pamela era sconvolta e in stato di choc. Ha raccontato che prima di mezzogiorno è corsa da un vicino di casa, dicendo che il suo fidanzato si era ferito con un'arma da taglio. Così sono stati contattati gli operatori del servizio di emergenza medica e i carabinieri. Da lì a poco la scoperta. La ventisettenne è stata trovata dagli uomini dell'Arma in stato confusionale. Dopo le prime cure è stata accompagnata con un'ambulanza all'ospedale "Fabrizio Spaziani" di Frosinone. Davanti alla macchina dell'Ares 118 e dell'automedica, una pattuglia di carabinieri.

Il dolore

Intorno alle 14 sono arrivati alcuni familiari. Per loro uno strazio senza fine, un dolore misto a rabbia. Il fratello, la nonna, la mamma, insieme ad altri parenti, sono stati i primi a raggiungere l'abitazione. Urla, lacrime, dolore, sconcerto, lungo quella stradina sterrata che porta alla casa, l'ultima, a ridosso del laghetto. Un fabbricato su un piano, circondato dal degrado, rifiuti, materassi, sacchi neri. Sul posto sono arrivati subito i carabinieri della stazione di Ceprano, della Compagnia di Pontecorvo e i colleghi del Nucleo investigativo di Frosinone, con il tenente colonnello Andrea Gavazzi. Nel luogo dove è stato ritrovato il cadavere, oltre agli uomini dell'Arma, è arrivato anche il pm, la dottoressa Rita Caracuzzo. Intorno alle 16 la salma è stata trasferita nell'obitorio dell'ospedale di Frosinone a disposizione dell'autorità giudiziaria. Si attende ora l'autopsia per fare luce sull'accaduto. L'abitazione è stata posta sotto sequestro. Con del nastro adesivo è stato delimitato l'ingresso in quella casa senza corrente né acqua. I due giovani, infatti, vivevano in uno stato di profondo disagio sociale dovuto principalmente all'assunzione di droga. Lo stesso sindaco di Ceprano, Marco Galli, nei giorni scorsi, aveva effettuato una visita nel rudere. Aveva fatto compiere un sopralluogo ai vigili urbani, cercando di ottenere dalla magistratura anche un provvedimento che mettesse i due in una comunità. Ma è stato troppo tardi. Bisognerà ora capire chi ha sferrato la coltellata mortale e perché. O se si sia trattato di un atto di autolesionismo. Gli inquirenti stanno passando al setaccio anche gli ambienti della delinquenza per capire se possano esserci collegamenti con quanto accaduto. La notizia della morte del giovane si è diffusa intorno a mezzogiorno nel paese di Ceprano e nella città di Cassino, dove Felice e Pamela erano molto conosciuti e hanno le rispettive famiglie.