Eravamo abituati, "un tempo", verrebbe da dire, a registrare l'atteggiamento critico verso le campagne elettorali. I cittadini passavano al setaccio le mirabolanti promesse della propaganda, soppesandole, provando a distinguere il minimo concreto, degno di fiducia, dalla fuffa pubblicitaria. Nelle settimane precedenti al voto, gli elettori si facevano largo con l'accetta in una selva di parole, incontri, programmi, strategie, piani, protocolli, liste di priorità e annunci profetici. Gli avversari più cinici, invece, si esercitavano a calcolare l'algoritmo che avrebbe consentito la vittoria.

Ora siamo arrivati al furto d'identità. Pur di capire chi c'è e chi no dall'altra parte della sponda. Perché fingere di addentare un panino, per poi tirare fuori il telefonino, e immortalare chi ha accettato l'invito dell'avversario, non è politically correct.

È quello che è accaduto almeno in due occasioni, pubblicamente denunciate dal sindaco uscente Nicola Ottaviani, che si è visto addirittura costretto a chiedere l'intervento della polizia. Perché il gesto del sedicente reporter, in realtà supporter di un'altra lista, ha infastidito, se non addirittura allarmato, i presenti all'incontro.

Siamo in piazzale Europa e sono circa le 23 di mercoledì. Ottaviani ha appena finito il suo comizio e chi lo ha ascoltato si sta ristorando tra bibite e panini, quando all'improvviso più di qualcuno nota una presenza "anomala". Che riprende volti e gesti di chi si avvicina al buffet, suscitando la reazione di quanti non gradiscono essere ripresi o fotografati in quella circostanza.

A raccontare cosa è accaduto è stato lo stesso primo cittadino che, per riportare la situazione alla normalità, ha chiesto l'intervento degli agenti di polizia. «Anche nel comizio di ieri sera a piazzale Europa - spiega Nicola Ottaviani – abbiamo dovuto assistere all'ennesimo atto di violenza e di turbamento nello svolgimento di manifestazioni, che dovrebbero essere tutelate nella forma più ampia di espressione del pensiero e di divulgazione di idee politiche ed amministrative. Ancora una volta, un personaggio, attraverso l'uso di dispositivi di videoregistrazione, ha puntato l'apparecchio verso il volto dei presenti, con l'evidente intento di diffondere le immagini su blog più o meno improvvisati, in evidente violazione della privacy e delle norme in materia di tutela della libertà nella propaganda elettorale».

L'episodio è già il secondo nel giro di qualche giorno, se si considera quello precedente, identico, avvenuto domenica scorsa nel comizio di largo Turriziani. «Quando un noto pregiudicato - prosegue Ottaviani - sponsorizzato da altri candidati a sindaco, si è messo a riprendere, dall'alto, il pubblico partecipante al comizio, come per redigere una lista di proscrizione. Mi sembra che la misura sia davvero colma e spero che queste forme di violenza, nei confronti della nostra campagna elettorale, possano cessare immediatamente, attraverso l'operato delle autorità che, per legge, dovrebbero assicurare la tranquillità e il normale svolgimento del dibattito democratico. Malgrado tutto questo - conclude - continueremo a portare avanti i trenta comizi in corso, nelle piazze e nei quartieri, nella sicurezza che la forza delle parole sia sempre superiore alla violenza di pochi scriteriati».