Erano da poco passate le 15 quando in centro è scattato l'allarme. Un commerciante si stava allontanando per raggiungere un amico al bar quando ha notato una mattonella di materiale sospetto, gelatinoso, sulla quale era poggiato un cellulare. Il modello dell'apparecchio era molto vecchio e sembrava ci fosse una luce lampeggiante.

Lo strano apparecchio era stato lasciato su una colonnina della corrente elettrica posizionata proprio a pochi centimetri dall'ingresso di una nota banca del centro di Cassino. L'esercente non ci ha pensato due volte e, anche un po' spaventato, ha contattato i carabinieri della Compagnia di Cassino. I militari sono arrivati immediatamente sul posto. Dai palazzi limitrofi e dai negozi sono uscite decine di persone perché qualcuno aveva dato l'allarme bomba.

I carabinieri della Compagnia di Cassino guidata dal maggiore Silvio De Luca hanno sequestrato il macchinario e, dopo aver verificato che all'interno dell'istituto bancario fosse tutto in ordine, se ne sono andati.

I fatti

Proprio mentre dal cielo scendevano fiumi di acqua e la pioggia e il vento sferzavano i tavolini dei bar di piazza Diamare e di Corso della Repubblica, un commerciante ha notato questo strano apparecchio. Quando la gente ha sentito cosa stava accadendo il panico si è diffuso e sono scese anche perso ne dagli uffici situati nei palazzi limitrofi. Dopo gli episodi di terrorismo e quanto accaduto a Manchester, la paura è tangibile e serpeggia anche tra i cittadini di Cassino.

«Noi abbiamo l'abbazia - ha spiegato una signora - E se dovessi pensare a un luogo sensibile penserei sicuramente al monastero, per via del valore artistico, spirituale e per la mole di turisti che ogni giorno vanno a Montecassino. Ma sinceramente non sono una terrorista e non so questa gente cosa pensa. Piazza Diamare è centrale, ci sono bar, negozi, la chiesa di Sant'Antonio, banche e a pochi metri anche il Palazzo di Giustizia e la sede del tribunale di via del Carmine».

Altre ipotesi

Per alcuni si tratterebbe invece di un dispositivo per intercettare i codici delle carte usate agli sportelli bancomat. «Altro che terrorismo - ha incalzato un altro commerciante - questi sono professionisti dei furti. Ci sono malviventi che con questi apparecchi riescono a clonare le carte di credito e i bancomat. Chissà da quanto tempo stava là quel telefono. Sicuramente un passante non ci fa caso, oggi a causa della pioggia battente è stato necessario camminare vicino al muro per evitare di bagnarsi ed è stato notato. Oppure magari era stato messo da poco. Ma sicuramente non poteva essere una bomba. Qua non ci sono terroristi, solo ladri».

Intanto sono in corso le indagini degli uomini dell'Arma che dovranno accertare quale sia effettivamente la provenienza del dispositivo e soprattutto le funzioni dell'apparecchio.