Due mesi esatti, sessanta interminabili giorni da quella terribile notte, tra il 24 e il 25 marzo scorsi, a piazza Regina Margherita, nel cuore del centro storico di Alatri, quando il ventenne Emanuele Morganti venne brutalmente aggredito, per morire il giorno seguente, a seguito di un pestaggio di gruppo. Una morte assurda, un'aggressione senza apparentemente un movente. A sessanta giorni dalla morte di Emanuele, anche se in carcere ci sono tre persone, Paolo Palmisani e Mario Castagnacci, arrestati a Roma il lunedì successivo, e Michel Fortuna, bloccato nel capoluogo il 10 aprile, restano tanti misteri. Non solo in merito al movente, ma anche per l'arma del delitto, che ancora non è stata trovata. L'inchiesta però in queste settimane non ha avuto sosta, il pool di magistrati, il procuratore Giuseppe De Falco e i sostituti Adolfo Coletta e Vittorio Misiti, con la Compagnia carabinieri di Alatri diretta dal maggiore Antonio Contente, continuano a indagare senza sosta. Magistrati e inquirenti hanno ascoltato circa cento testimoni, in più di una circostanza si sono portati sul luogo della tragedia per effettuare, con alcuni di questi, una ricostruzione in base ai racconti e alle testimonianze. Che in alcuni casi non hanno convinto e per questo si sono resi necessari più confronti. Anche il prezioso lavoro degli investigatori, con il supporto dei carabinieri del Ris, è andato avanti, non solo con sopralluoghi all'interno del locale "Miro" ma anche con rilievi su una Skoda parcheggiata in piazza Regina Margherita, sulla quale Emanuele, a seguito del terzo pestaggio, è crollato sbattendo violentemente il capo. Ora l'attesa è per l'autopsia: siamo vicini ai sessanta giorni per la consegna della relazione ufficiale da parte dei periti. Questo sarà un momento importante per l'inchiesta. Intanto la comunità in questi due mesi ha ricordato Emanuele in più circostanze e si è stretta al dolore e al dramma della famiglia. Che attende giustizia e la verità per l'assurda morte di un ragazzo di venti anni, per ora senza un perché.

I coinvolti
Otto persone indagate:Tre di queste in carcere

Per ora sono otto le persone coinvolte nella morte di Emanuele Morganti. Tutti accusati di omicidio volontario aggravato. Tre sono in carcere: Paolo Palmisani, Mario Castagnacci, entrambi in carcere a Roma, e Michel Fortuna nel carcere di Frosinone. Gli altri cinque indagati a piede libero sono Franco Castagnacci, 50 anni; Damiano Bruni, 27 anni; Michael Ciotoli, 27 anni; Manuel Capoccetta, 28 anni e Pjetri Xhemal, 33 anni. L'inchiesta chiarirà sui rispettivi ruoli, le prossime settimane potrebbero essere decisive.