Si chiama Fiotech e sembra avere tutte le carte in regola per realizzare un impianto per lo stoccaggio e il trattamento dei rifiuti sanitari pericolosi (a rischio infettivo e nona rischio infettivo) e non pericolosi in via Cerro Antico. L'apertura appare prossima e il procedimento adottato dovrebbe essere quello della "vaporizzazione" per sterilizzare ad alta pressione i rifiuti ospedalieri.
L'iter regionale
Tutto inizia nel 2011 e finisce a gennaio del 2015 con il via libera della Regione. La società, regolarmente iscritta alla Camera di Commercio, il 10 luglio 2011 chiede alla Pisana il rilascio dell'Aia per «la realizzazione e l'esercizio di un impianto funzionale allo stoccaggio e al trattamento dei rifiuti sanitari pericolosi e non». Chiede di gestire una quantità di rifiuti sanitari pari a 60.000 tonnellate l'anno di cui 12.375 tonnellate annue di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, 27.625 non a rischio infettivo e 20.000 non pericolosi.
Parte l'iter e già il 24 novembre viene convocata la prima conferenza di servizi mentre vengono trasmessi i documenti tecnici, si legge nella determinazione regionale, «alle aree regionali interessate, all'Arpa Lazio, al Comune di Cassino, alla Provincia di Frosinone, all'Asl di Frosinone». Dunque, tutti erano a conoscenza. In quella prima seduta viene chiesto alla Fiotech di produrre ulteriore documentazione nonché integrazioni che arrivano al protocollo il 10 aprile del 2012.
La medesima documentazione viene trasmessa nuovamente agli interessati del procedimento e viene convocata la seconda conferenza dei servizi a giugno 2012. All'esito sono state «richieste ulteriori integrazioni documentali poi prodotte dalla Fiotech s.r.l.». A luglio 2013 tutta la documentazione trasmessa dalla Fiotech viene nuovamente trasmessa alla Provincia di Frosinone che, a dicembre del 2013, chiede chiarimenti «al fine del rilascio del richiesto parere di competenza relativamente al progetto».
A marzo 2014 avviene la trasmissione della documentazione. C'è anche l'Arpa Lazio che con due note, una a luglio 2013 e l'altra a gennaio 2014, chiede «chiarimenti e delucidazioni» al fine di poter definire «il proprio parere di competenza del piano di monitoraggio e controllo». A giugno del 2014 l'Arpa Lazio dettava «ulteriori prescrizioni in merito al rispetto del piano di risanamento della qualità dell'aria e alla valutazione dell'impianto acustico».
Le conferenze dei servizi sono sei e nella deliberazione regionale vengono elencati i pareri acquisiti, con prescrizioni, favorevoli al rilascio dell'Aia. Tutti gli attori convocati danno il loro contributo. C'è pure l'autorizzazione del Cosilam allo scarico delle acque reflue provenienti dal sito nella rete fognaria consortile del 25 giugno del 2014 così come i certificati rilasciati dal Comune di Cassino e il parere dell'Arpa.
A fine percorso viene concesso quanto richiesto per dieci anni, previ collaudi. L'atto viene notificato a tutti gli attori. Ammesso al provvedimento c'è il ricorso giurisdizionale davanti al Tar, entro 60 giorni, o il ricorso straordinario al Capo dello Stato. Ma, pare, che nessuno si sia mosso. Così il sindaco di Cassino, ieri mattina, continuava a studiare le carte. «Il processo - ha detto - è in stato assolutamente avanzato. Non è stata fatta opposizione alcuna da parte degli organi a cui è stata notificata la determina. Mi sembra solo - e lo dice pensando sia al suo predecessore Petrarcone che al governo Zingaretti - l'ennesimo regalo fatto dal centrosinistra alla città di Cassino. Comunque, continuo a studiare la documentazione».