Non è ancora finita la vicenda legata all'omicidio di Gilberta Palleschi. Dopo la riduzione in Appello della condanna dell'assassino Antonio Palleschi, condannato a venti anni, l'avvocato Massimiliano Contucci, parte civile sempre vicino ai familiari della vittima, ha depositato gli atti per il ricorso in Cassazione. Il reo confesso, assistito dall'avvocato Antonio De Cristofano, uccise barbaramente la stimata professoressa d'inglese il primo novembre 2014 a Campoli Appennino. La notizia lasciò tutti nello sconcerto più totale. Forti le parole di mamma Elia che in quell'aula si sentì nuovamente ferita. La delusione nei confronti della giustizia rimbalzò in breve tempo tra gli amici di Gilberta: lacrime e rabbia si mescolarono riaccendendo il dolore della perdita della cara donna.

La sentenza di febbraio ha generato timore nella città di Sora. «La legge, in alcuni casi, ci lascia disorientati - spiegò una cittadina -. La pena al mostro è stata enormemente ridotta. Impensabile pensare di trovare un assassino tra qualche anno seduto tranquillamente a un bar. Dichiaro che ho paura solamente all'idea».

La Corte di assise di Appello di Roma, nell'ultima sentenza, ha riconosciuto all'imputato la semi infermità mentale, legata a una lesione celebrale a seguito di un incidente stradale che coinvolse il Palleschi e che ha convinto il giudice a ridurre la condanna dall'ergastolo, annunciato due anni fa con sentenza del Gup di Cassino, a 20 anni di reclusione. La famiglia di Gilberta ancora una volta non si arrende, e, circondata dagli amici di sempre, ha dimostrato in questi anni grinta, determinazione e grande coesione. Un vero esempio di forza è la cognata Giuliana, che non si è mai tirata indietro nell'organizzare incontri tesi a sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso della professoressa di Sora. Nello scorso mese di marzo anche il Sindaco Roberto De Donatis, esprimendo vicinanza alla famiglia Palleschi accolse la conferenza stampa nella casa comunale dove il fratello della donna, Roberto, dichiarò: «Dopo la sentenza di primo grado ci ritenevamo abbastanza soddisfatti per la condanna all'ergastolo dell'assassino, anche se non del tutto, perché Gilberta non ce la restituirà nessuno. Purtroppo, la decisione in Appello ci ha letteralmente lasciato senza parole. Procederemo con il nostro legale per chiedere, ancora una volta, giustizia»