Si infiamma il dibattito nell'area nord dopo l'arrivo di oltre trenta profughi presso una struttura ricettiva agli Altipiani di Arcinazzo. Dopo la mozione del consiglio comunale di Trevi nel Lazio, con cui ha chiesto la revoca della decisione, è il turno del sindaco di Arcinazzo Romano Giacomo Troja, che chiede incontro con i prefetti di Roma e Frosinone sulla vicenda immigrati. Il primo cittadino Giacomo Troja ha inviato una lettera ai prefetti di Frosinone Emilia Zarrilli e a quello di Roma Paola Basiloni, e per conoscenza al sindaci di Trevi e di Piglio Silvio Grazioli e Mario Felli.

«Nei giorni scorsi abbiamo appreso dai mezzi di comunicazione che sono stati ospitati presso l'hotel "Caminetto", situato nella località degli Altipiani di Arcinazzo, oltre 30 immigrati. La modalità con cui è stata presa questa iniziativa, tenendo all'oscuro questa amministrazione, ci crea perplessità e disagio. Come è ben noto, il territorio degli Altipiani è diviso in due province (Frosinone e Roma) e tre comuni: Trevi, Piglio e Arcinazzo. Anche se gli immigrati – si legge ancora nella nota - alloggiano nel territorio di Trevi, tra l'altro a circa 30 metri dal confine con il nostro comune, di fatto sono ospitati in una località che ha delle particolari peculiarità, che vanno oltre l'appartenenza dei comuni. Il territorio degli Altipiani è a vocazione turistica e vive già momenti di estrema difficoltà a causa della crisi economica. A questo si potrebbero aggiungere problematiche legate alla sicurezza, tenuto conto che gli immigrati sono ospitati in un territorio i cui residenti non superano le 300 unità. Per questo chiediamo un incontro con i due Prefetti per rappresentare adeguatamente la situazione ed avere chiarimenti in merito all'iniziativa assunta». Una vicenda che sta aprendo un fronte che già negli anni passati si era verificato. Ora si attende quale sarà la risposta, intanto però le amministrazioni che hanno competenza sugli Altipiani protestano.